Giornata Internazionale delle Famiglie: le difficoltà durante i conflitti e la migrazione

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Nel celebrare la Giornata Internazionale delle Famiglie il 15 maggio, ci viene ricordato che queste – siano esse costituite per legami biologici o attraverso altri tipi di unione – possono offrirci lo spazio per sentirci al sicuro, sostenuti e protetti.

Proclamata dall’ONU per la prima volta nel 1993, questa Giornata è, inoltre, anche un’opportunità per aumentare la consapevolezza in merito a molti problemi affrontati dalle famiglie in tutto il mondo. Questa settimana vogliamo esplorare le sfide e le lotte delle famiglie colpite da conflitti, migrazioni e separazioni forzate.

L’effetto dei conflitti prolungati sulle famiglie sfollate

La carestia, la siccità e i disastri naturali possono spingere le famiglie ad allontanarsi dalle loro case e a cercare rapidamente un rifugio in altre aree, con alcuni membri che si ritrovano separati. Purtroppo, questi spostamenti stanno diventando sempre più prolungati a causa delle tensioni politiche, dei cambiamenti climatici e delle pressioni ambientali. In alcuni casi, ciò può esacerbare le tensioni e innescare conflitti. Quando si sviluppano situazioni come queste, qualsiasi separazione familiare ritenuta temporanea e transitoria può degenerare nella consapevolezza che non ci sarà una riunificazione rapida. Le famiglie rimangono a volte separate per anni.

Questo è attualmente il caso del Bangladesh, dove la crisi dei rifugiati Rohingya continua a destare preoccupazioni in merito al rimpatrio, così come la minaccia di un trasferimento a Bhasan Char. I timori per la sicurezza della famiglia e dei propri cari in Myanmar, esacerbati dal recente colpo di stato militare, hanno accresciuto le preoccupazioni per le prospettive di ritorno in sicurezza in patria.

L’ICRC  (la Commissione Internazionale della Croce Rossa) sta cercando di ripristinare i legami famigliari tra membri di uno stesso nucleo separati da conflitti, violenze o migrazioni, poiché il numero di famiglie coinvolte nel fenomeno continua a essere un problema importante.

Nel caso di una carestia prolungata, come quella in Yemen, le famiglie sono state colpite anche dalla guerra e dal crollo della valuta. L’UNHCR riporta che, a causa delle limitate opportunità di sostentamento e della stagnazione economica, milioni di famiglie sfollate non possono permettersi il cibo di base e rischiano la fame.

Dal 2018 MOAS fornisce aiuti alle comunità nello Yemen e lavora per combattere la malnutrizione infantile. Le forniture di Plumpy’Nut®, un alimento terapeutico pronto all’uso (RUTF) creato per curare i bambini malnutriti, sono state utilizzate per il trattamento della malnutrizione acuta grave (SAM) nei bambini di età pari o superiore a 6 mesi. Nel 2020 abbiamo coordinato un’altra spedizione di RUTF nello Yemen e una anche in Somalia, anch’essa colpita da gravi problemi di malnutrizione.

Migrazione economica: le rimesse familiari

In alcuni casi, un membro della famiglia lascia la propria casa per anni, causando disagi familiari. La promessa di allettanti prospettive economiche e di una vita migliore costringe le famiglie a rielaborare e modificare, a volte ridefinendo i ruoli di genere, le strutture sociali e i comportamenti consuetudinari. Le Nazioni Unite stimano che un miliardo di persone in tutto il mondo – cioè una persona su sette – siano coinvolte nelle rimesse, ovvero l’invio o la ricezione di denaro tra membri della famiglia. Questi flussi di denaro vengono utilizzati per attività in seno alla famiglia, come l’acquisto di cibo e vestiti, spese mediche, tasse scolastiche e spese di alloggio. Supportano anche i familiari anziani e possono coprire i costi di emergenza in caso di emergenza, ad esempio durante periodi di carestia, siccità o calamità naturali.

Contesti poco accoglienti (Vie sicure e legali)

A volte le famiglie cercano di rimanere unite per cercare un ambiente più sicuro in cui vivere, che si tratti di una nuova città, o Paese. Purtroppo, quando insorgono problemi di carattere politico la separazione a volte è inevitabile. Le famiglie vengono trattenute separatamente entro frontiere indesiderate, e i bambini sono allontanati dai loro genitori, cosa che causa stress, ansia e comporta ripercussioni emotive per gli anni a venire. Sono necessarie riforme alla legge sull’immigrazione e alla burocrazia per garantire che le famiglie siano protette e possano rimanere unite mentre le loro richieste di asilo vengono elaborate. L’introduzione di mezzi di migrazione sicuri e legali, quali la concessione di visti e le sponsorship sia private che comunitarie, sono strumenti per proteggere vite umane, alleviare queste preoccupazioni e consentire alle famiglie di rimanere insieme.

L’impegno di MOAS per l’unità familiare

Il tema di quest’anno per la Giornata internazionale delle famiglie è Famiglie e nuove tecnologie. In questo periodo, quando tanti di noi non sono stati in grado di trascorrere del tempo gli uni con gli altri, il ruolo della tecnologia nel mantenere connessi digitalmente coloro che sono geograficamente distanti è stato profondo. Nell’ultimo anno l’utilizzo delle piattaforme tecnologiche ha svolto un ruolo chiave nella vita delle famiglie abbastanza fortunate da avervi accesso.

L’impegno di MOAS nell’assicurarsi che le famiglie potessero avere un accesso equo alle risorse tecnologiche durante la pandemia si è tradotto nel lancio del nostro progetto di a Malta, per fornire alle famiglie migranti sull’isola l’accesso ai servizi di istruzione a distanza, attraverso l’acquisto di tecnologia per uso didattico.

In quanto organizzazione fondata a livello familiare, il nostro impegno nel garantire che le famiglie restino unite è fondamentale. Il meccanismo sicuro e legale del ricongiungimento familiare è infatti parte della nostra campagna #VieSicureELegali e MOAS continuerà a impegnarsi per sostenere e proteggere le famiglie in circostanze difficili.

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