Aggiornamento sul monsone e sulla situazione umanitaria in Bangladesh

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La stagione monsonica imperversa in Bangladesh e comporta enormi rischi per i rifugiati Rohingya che vivono in campi sovraffollati nell’area di Cox’s Bazar. All’inizio di giugno, l’Inter-Sector Coordination Group (ISGC), responsabile di supervisionare la risposta umanitaria in Bangladesh, ha ammesso che il tempo per mitigare per mitigare eventuali rischi “si era pressocché esaurito”. Cosa deve affrontare chi si trova nella regione? Cosa sta facendo MOAS per rispondere all’emergenza?

Ogni anno fra giugno e novembre, in Bangladesh c’è la stagione monsonica che causa gravi inondazioni, allagamenti improvvisi, esondazioni e danni causati dal vento. Ciò a sua volta provoca la distruzione di intere comunità nel paese. Quest’anno, la presenza di oltre 900.000 rifugiati Rohingya che vivono in campi di fortuna ha ulteriormente aggravato i rischi, soprattutto nei mesi di giugno, luglio e agosto, quando il pericolo di frane e allagamenti improvvisi raggiunge il picco.

A marzo di quest’anno, l’ISCG ha individuato oltre 215.000 rifugiati Rohingya che vivono in aree gravemente esposte a frane e allagamenti. Fino al 24 giugno, 33.000 persone erano state ricollocate in campi esistenti, in alloggi all’interno della comunità locale o in siti appositamente creati (ISCG). Altre 3.000 persone devono essere ricollocate entro metà luglio, anche se il peggioramento delle condizioni meteo rende molto improbabili ulteriori spostamenti.

Oltre ai ricollocamenti, le possibilità di evacuazioni a breve termine sono estremamente limitate. La mancanza di ripari disponibili durante il ciclone implica il fatto che tutti i rifugiati nell’area di Cox’s Bazar non abbiano accesso a strutture sicure in caso di forti venti. Per questo motivo, le organizzazioni umanitarie si sono concentrate sulla fornitura di aiuti alle famiglie di rifugiati affinché stabilizzassero le abitazioni già esistenti. Oltre 190.000 abitazioni sono state migliorate con bambù, teloni, corde. Contemporaneamente, si continua a intervenire sulle infrastrutture cruciali – fra cui strade e ponti – e sulle strutture locali per permettere a tutti di ricevere l’aiuto necessario.

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Nonostante tutto, da quando si sono manifestate le prime forti piogge lo scorso 11 maggio, oltre 29.000 persone sono state colpite da frane, temporali, allagamenti e incendi. Fra queste, 2.894 sono rimaste sfollate, 33 sono state ferite e 1 è morta (ISCG). Le infrastrutture locali, fra cui latrine, punti di distribuzione dell’acqua, scuole e centri nutrizionali, hanno subito danni, mentre 1090 abitazioni sono state completamente distrutte e sono attualmente in fase di ricostruzione.

 

 

 

 

La situazione a Shamlapur e Unchiprang

Gli abitanti degli insediamenti di rifugiati dove MOAS presta assistenza con le sue due Aid Station stanno affrontando rischi e sfide specifiche. Shamlapur, un vivace villaggio di pescatori con una popolazione bengalese di 30.000 persone e 13.000 rifugiati, è estremamente esposto a inondazioni e temporali. Data la collocazione del villaggio che si trova su un estuario soggetto a maree, centinaia di abitazioni si allagano rapidamente quando le forti piogge coincidono con l’alta marea, impedendo l’accesso e allagando ulteriormente le strutture idriche e igieniche.

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L’area di Unchiprang, con la sua collocazione isolata su una collina, è particolarmente soggetta a frane anche a causa della continua deforestazione. Si prevede che il canale principale che attraversa l’intero campo esondi con enormi rischi per la salute di chi ci vive dato che l’acqua contaminata minaccia di inondare le abitazioni. Precedenti temporali hanno già provocato blackout, frane e allagamenti che verosimilmente peggioreranno nei prossimi mesi.

Nell’area di Cox’s Bazar, l’arrivo di forti piogge sta notevolmente riducendo le possibilità di accesso ai servizi di base, facendo di fatto peggiorare le condizioni di vita delle comunità interessate e aumentando i rischi legati alla diffusione di malattie a vettore idrico e non. Le strutture sanitarie sono state colpite da nubifragi che in alcuni casi ne hanno determinato la temporanea chiusura proprio a causa di danni strutturali e allagamenti. MOAS ha già registrato un aumento significativo nell’incidenza della Diarrea Acquosa Acuta fra i nostri pazienti di Unchiprang e Shamlapur e ciò si è tradotto in un maggiore rischio di malattie trasmissibili e a vettore idrico.

La risposta di MOAS

Negli ultimi mesi, il nostro team ha lavorato incessantemente per preparare le due Aid Station all’imminente arrivo del monsone, stabilizzando le strutture sanitarie e assicurandosi di avere le medicine e le attrezzature necessarie per curare un numero crescente di persone. Il nostro team ha fatto parte del vasto programma di vaccinazioni contro il colera dell’Health Sector e siamo pronti a raggiungere chiunque ne abbia bisogno con le nostre ambulanze.

MOAS ha anche creato delle unità mediche mobili con cui il nostro team può prontamente assistere chi viene colpito da frane e allagamenti. Il team ha ricevuto il training relativo a sicurezza e salvataggi in caso di inondazioni (Flood Safety and Flood Rescue training) che consente di attraversare aree allagate e, qualora necessario, di recuperare e trasferire i pazienti presso le MOAS Aid Station di Unchiprang e Shamlapur per essere ulteriormente curati.

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