SETTE MIGRANTI MORTI PER IPOTERMIA SU UN BARCONE

Soccorso effettuato da MOAS in acque Libiche, 14 Aprile 2017. REUTERS/Darrin Zammit Lupi.

Una nuova strage si consuma alle porte dell’Europa. Sette persone migranti sono morte per ipotermia nel tentativo di raggiungere la salvezza in Europa. Le vittime erano cittadini di nazionalità bengalese, tre di loro sono decedute sul barcone che le trasportava, altre quattro durante le operazioni di soccorso della Guardia Costiera italiana. Ancora una volta vittime innocenti vedono infrangere le loro speranze di una vita migliore contro le barriere dell’indifferenza di un’Europa che, sempre più spesso, resta a guardare o, peggio, si chiude erigendo muri, confini, barriere.

Nell’esprimere il proprio cordoglio alle famiglie delle vittime, MOAS ribadisce che non bisogna restare indifferenti di fronte alla sofferenza umana. Non si può morire di freddo per l’assenza di soccorsi in mare, non si deve voltare la testa dall’atra parte quando arrivano disperate richieste di soccorso. In questi anni troppe donne, bambini e uomini hanno già perso la vita mentre cercavano di mettersi in salvo, o di regalare un futuro migliore alle loro famiglie.

Occorre restare uniti e far sì che venga implementato il sistema di #VieSicureELegali – come i corridoi umanitari, i visti per ricongiungimento familiare, per motivi di studio o salute, per lavoro, ecc – che consentano a coloro che fuggono da guerre, carestie, povertà di poter raggiungere la propria destinazione in modo legale e senza mettere a rischio la vita.

#NessunoMeritadiMorireinMare

 

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