Quali saranno le crisi umanitarie nel 2023?

ll bisogno di assistenza umanitaria è quadruplicato nell’ultimo decennio, con oltre 340 milioni di persone che necessitano di aiuto in tutto il mondo. Mentre inizia il nuovo anno, una inversione di tendenza sembra improbabile. Il 2023 si preannuncia come una dei peggiori anni della storia per quanto concerne le crisi umanitarie.

Molteplici eventi in tutto il mondo hanno colpito le organizzazioni umanitarie internazionali, che prevedono un aumento dei conflitti civili e della violenza di genere, nonché livelli record di fame nel mondo. L’impatto del cambiamento climatico non fa che peggiorare questi problemi che, collettivamente, hanno costretto oltre 16 milioni di persone a lasciare le loro case e divenire sfollati. Come illustrato di seguito, coloro che rimangono nelle regioni vulnerabili faticano a soddisfare i propri bisogni quotidiani.

YEMEN

In cima alla lista dei paesi che destano maggiore preoccupazione c’è lo Yemen. La popolazione del Paese soffre a causa di sette lunghi anni di conflitto interno, che ha ridotto oltre 4,3 milioni di persone in uno stato di sfollamento interno. Altri 300.000 individui hanno dovuto lasciare il Paese come migranti, rifugiati e richiedenti asilo. I numeri probabilmente aumenteranno mentre il conflitto continua a impedire che i rifornimenti essenziali raggiungano i più bisognosi. Oltre l’80% della popolazione vive in condizioni di estrema povertà e circa 2,2 milioni di bambini sono gravemente malnutriti.

La difficile situazione in questa regione è aggravata dall’impatto del cambiamento climatico. Piogge stagionali, tempeste di vento, frane e inondazioni devastano il territorio. Il clima instabile rende la vita in questa regione – nella migliore delle ipotesi – pericolosa e contribuisce ad accelerare il crescente sfollamento degli yemeniti. L’esodo dal Paese ha portato molte persone a stabilirsi nei paesi vicini, dove spesso sono vittime di estrema xenofobia e violenza.

SOMALIA

In Somalia, il 2021 ha segnato i 30 anni di conflitto civile nel Paese. Tre anni dopo, non è cambiato molto e a farne le spese più duramente sono i civili. I somali subiscono quotidianamente violenze che vengono dichiarate come crimini di guerra. Gli abusi contro i più piccoli sono dilaganti nella regione: vengono attaccati nelle scuole e per le strade, spesso uccisi e mutilati. Molti bambini e adolescenti sono costretti a diventare soldati. I resoconti della violenza di genere sono strazianti, mentre le autorità federali fanno poco per porre rimedio alla situazione.

La Somalia, inoltre, è colpita da un prolungato periodo di siccità. Secondo l’International Rescue Committee, la stagione delle piogge manca da cinque volte di seguito. Condizioni disperate hanno portato gli operatori umanitari a prevedere che entro la metà dell’anno oltre otto milioni di persone si troveranno in condizioni di insicurezza alimentare, che è il risultato sia dei cambiamenti climatici che dei disordini interni. Collettivamente, la Somalia produce meno del 50% dei beni alimentari di quanti ne produceva prima dell’inizio della guerra. I conflitti impediscono inoltre agli aiuti di raggiungere le persone più vulnerabili e gli operatori umanitari spesso riferiscono di non essere in grado di consegnare merci a causa dei rischi per la propria incolumità. Gli aumenti dei prezzi post-pandemia influiscono anche sulla capacità dei somali di acquistare cibo. Ancora una volta, questo è accentuato da problemi esterni. Oltre il 90% del grano che arriva nella regione proveniva dalla Russia e dall’Ucraina. Il conflitto armato ucraino ha diminuito il cibo una volta disponibile. Circa 200.000 persone stanno ora affrontando livelli catastrofici di insicurezza alimentare: questa è la classificazione più grave e la più fatale.

Ucraina

Una delle regioni più critiche nelle watch list internazionali è l’Ucraina. Dall’inizio del conflitto nel 2022, quasi 8 milioni di persone sono state costrette a fuggire. I 17,9 milioni che sono rimasti vivono in condizioni estreme. Case ed infrastrutture sono state danneggiate e distrutte durante dai combattimenti. L’elettricità e l’acqua sono state tagliate in molte zone. In pieno inverno, con temperature in calo, questi eventi potrebbero essere mortali. Anche l’assistenza sanitaria, i trasporti pubblici e i servizi Internet sono stati interrotti. Molte famiglie ucraine si trovano nell’impossibilità di soddisfare le loro necessità quotidiane poiché cibo, acqua e medicine diventano sempre più scarse.

Prima del conflitto, l’Ucraina era uno dei maggiori produttori di grano, contribuendo per quasi il 10% al mercato mondiale e alimentando 400 milioni di persone a livello globale. Come accennato, l’incapacità dell’Ucraina di produrre cibo ha un impatto non solo sugli abitanti ma anche su altri Paesi come la Somalia che un tempo dipendevano da questa industria. Dei 17,6 milioni di ucraini che avranno bisogno di sostegno umanitario nel 2023, 3,2 milioni sono bambini.

ULTERIORI ARRE DI CRISI

Sfortunatamente, questi sono solo tre dei molti Paesi che sono sempre più vicini al collasso. L’IRC ne elenca altri 7 nella sua top ten watchlist, tra cui: Etiopia, Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Siria, Sud Sudan, Burkina Faso e Haiti. Altri esperti includerebbero anche Libano, Myanmar, Venezuela e alcuni Paesi del Sahel tra cui Mali, Ciad, Niger e Sudan.

Sebbene ciascuna di queste regioni abbia dovuto affrontare problemi diversi, conflitti armati, turbolenze economiche e insicurezza climatica, tutte svolgono un ruolo importante nello spingere le popolazioni vulnerabili alla disperazione. Mentre iniziamo il 2023 dobbiamo considerare non solo le cause, ma anche le soluzioni che possono influenzare il cambiamento. Negli anni che hanno preceduto questa crisi globale, molte barriere protettive hanno subito il deterioramento e devono tornare ad avere la priorità nel proteggere le persone più a rischio.

CONSIDERAZIONI FINALI

Secondo il World Economic Forum, 100 milioni di persone in tutto il mondo sono colpite da conflitti e insicurezza climatica. Oltre 16 milioni di persone sono sfollate. Altri 79 milioni avranno bisogno di aiuti umanitari nel prossimo anno; 35 milioni di queste persone sono bambini. Questi numeri continueranno a crescere solo con l’inazione.

Per questo, nel 2023 MOAS proseguirà nella sua missione di alleviare le sofferenze umane e continuerà ad inviare aiuti alimentari in Yemen e Somalia per combattere la malnutrizione nei bambini. In Ucraina, MOAS non smetterà di fornire cure mediche di emergenza e assistenza alle persone colpite dal conflitto e tagliate fuori dai servizi sanitari. Speriamo di fare la differenza e, con il tuo aiuto, di salvare quante più vite possibile.

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