Protezione e prevenzione: affrontare il tema della Mutilazione Genitale Femminile nelle comunità di migranti

Nella giornata Mondiale della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili (MGF), questa settimana il nostro blog affronta le conseguenze di questa pratica sulle comunità di migranti, e di come possono essere affrontate e prevenute.

 

Che cos’è la MGF

La mutilazione Genitale Femminile (MGF) è una procedura che affligge milioni di ragazze e donne in tutto il mondo. Comporta la parziale o totale rimozione dei genitali esterni femminili per motivi non medici. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la MGF una violazione dei diritti umani che può causare gravi danni sia a livello fisico che psicologico. Secondo l’OMS, si stima che più di 200 milioni di ragazze e donne in tutto il mondo hanno subito la MGF, a cui si aggiungono 3 milioni di ragazze che ogni anno rischiano di essere sottoposte a questa pratica. In Europa, circa 500.000 donne e ragazze hanno subito la MGF, e altre 180.000 sono a rischio ogni anno. Se le pratiche di MGF continuano a questi ritmi, 68 milioni di ragazze saranno soggette alla MGF tra il 2025 e il 2030 in 25 paesi dove la MGF viene regolarmente esercitata.

 

MGF nelle comunità migranti

La MGF è una pratica culturale profondamente radicata in alcune comunità, in modo particolare in Africa, Medio Oriente e Asia. Tuttavia, è stata identificata come una crescente preoccupazione nelle comunità di rifugiati e richiedenti asilo in Europa, dove le persone possono continuare a mantenere pratiche tradizionali anche dopo aver raggiunto un nuovo Paese. Anche se la MGF non può essere considerata come un fattore che favorisce la migrazione, per alcune ragazze e donne, subire la MGF può portare a gravi danni fisici e psicologici, che rendono difficile vivere all’interno delle comunità. Potrebbero sentirsi costrette a migrare per evitare questa procedura. In più, le comunità che praticano la MGF potrebbero anche subire discriminazione e persecuzione, che può portare a sfollamento e migrazione.

Nelle comunità di rifugiati, la pratica di MGF può aver luogo anche quando una famiglia si trasferisce in un nuovo Paese. Ciò può avvenire a causa delle pressioni sociali e culturali volte a conservare pratiche tradizionali e per la mancanza di conoscenza sui pericoli legati alla MGF. In alcuni casi, le famiglie fanno addirittura ritorno ai loro paesi di origine per eseguire la procedura. Paesi con grandi popolazioni di migranti in Europa, come Regno Unito, Francia e Germania registrano il numero più elevato di casi di MGF. L’impatto della MGF può essere significativo a livello fisico, psicologico e sociale.

 

MGF in Europa

La MGF è illegale in tutti gli stati membri dell’Unione Europea, molti dei quali hanno applicato specifiche leggi e regolamenti per affrontare la questione.

Nel Regno Unito, la Legge riguardo la Mutilazione Genitale Femminile – promulgata nel 2015 – considera reato penale compiere, aiutare, assistere o eseguire la MGF su ragazze minori di 18 anni di età. La legge inoltre include disposizioni per ordini di protezione nei confronti di ragazze che rischiano la MGF e segnalazioni obbligatorie da parte di alcuni professionisti, come dottori e insegnanti.

Anche la Francia ha criminalizzato la MGF nel 1983, e nel 2016 la legge è stata rafforzata in modo da includere pene detentive fino a 20 anni di reclusione per coloro che sono accusati di svolgere questa pratica. Inoltre, in questo Paese, provvedimenti di protezione sono disponibili per ragazze che rischiano la mutilazione genitale, e alcuni professionisti sono obbligati a denunciare.

La legislazione tedesca ha criminalizzato la mutilazione genitale femminile nel 2013, e il Governo federale ha promulgato la Lettera di Protezione per informare le donne e le ragazze migranti riguardo i loro diritti e come cercare aiuto. Anche altri stati membri dell’UE hanno attuato leggi per criminalizzare la GMF e provvedere alla protezione delle ragazze a rischio.

Inoltre, l’UE ha inviato agli stati membri delle direttive per aiutarli a combattere la MGF, tra cui la Direttiva sulla Mutilazione Genitale Femminile, che incoraggia ad adottare un approccio globale per affrontare la questione, anche attraverso la legislazione, la sensibilizzazione e il supporto per le vittime.

 

Le conseguenze della MGF

Le conseguenze della MGF possono essere di carattere fisico, psicologico e sociale. A livello fisico, può portare a serie complicazioni per la salute come forti emorragie, infezioni, cisti, dolore durante la minzione e difficoltà durante il parto. Può inoltre causare infertilità, e in alcuni casi, la morte.

L’impatto psicologico della MGF è grave e di lunga durata. Alcuni degli effetti più comuni includono disturbo da stress post-traumatico (PTSD), depressione, ansia, senso di vergogna, colpa e impotenza. Donne e ragazze che hanno subito la MGF spesso hanno flashbacks, incubi e sentimenti di terrore collegati alla procedura. Questo può comportare difficoltà a dormire, diminuzione della concentrazione e una ridotta capacità a svolgere attività quotidiane. Inoltre, la MGF può causare dolore fisico cronico e malessere, aggravando ulteriormente l’impatto psicologico della procedura.

La MGF può avere anche conseguenze profonde sul senso di identità della donna e della sua autostima. Donne e ragazze che hanno subito la MGF si sentono spesso come se i loro corpi fossero stati sfigurati e provano vergogna e imbarazzo. Questo può comportare una diminuzione dell’autostima e del proprio valore che può contribuire all’insorgere di depressione e ansia. Questa pratica può avere conseguenze sociali, limitando opportunità educative ed economiche per ragazze e donne che la subiscono. Può anche portare ad isolamento e discriminazione all’interno delle comunità.

 

Un approccio integrato per sradicare la MGF

Per eliminare la pratica della MGF le leggi da sole non bastano. È importante, infatti, che governi e comunità lavorino insieme. Questo include garantire un’educazione, diffondere campagne di sensibilizzazione per informare le comunità circa i pericoli della MGF e fornire supporto alle sopravvissute. È molto importante anche ricordare che gli operatori sanitari giocano un ruolo cruciale nell’affrontare la MGF, e dovrebbero essere istruiti per riconoscerne i segni, provvedere ad appropriate cure per le vittime e comprendere il contesto sociale e culturale all’interno del quale avvengono queste pratiche. Inoltre, le organizzazioni della società civile stanno organizzando sessioni di educazione e dialogo su diritti umani e sulla salute delle donne.

 

Considerazioni finali

MOAS riconosce l’importanza di garantire informazioni, consapevolezza e supporto alle donne che hanno subito la MGF. Nel complesso, la MGF è una violazione dei diritti umani che affligge milioni di ragazze e donne in Europa. Uno sforzo congiunto tra governi, comunità di migranti e operatori sanitari è necessario per porre fine a questa pratica.

 

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