Pasqua ai tempi del COVID19  

Quella di quest’anno sarà per tutti noi una Pasqua molto diversa dalle altre, sia per l’atmosfera generale che si percepisce che per il modo in cui la celebreremo, facendo a meno delle nostre tradizioni religiose.

La pandemia ci sta facendo capire, sempre di più, che la fede si trova nei nostri cuori, in quella comunità spirituale che formiamo unendo speranze e preghiere da tutto il mondo attraverso i social media.

Le frasi pronunciate dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ci caricano di responsabilità e di senso del dovere nei confronti di chi ci circonda e di tutta la società: “L’impossibilità di poter partecipare alle Messe di Pasqua quest’anno è un atto di generosità. È un nostro dovere il rispetto verso quanti, nell’emergenza, sono in prima linea e, con grande rischio per la loro sicurezza, curano gli ammalati e non fanno mancare tutto ciò che è di prima necessità”.

Grazie alle immediate iniziative prese dai singoli parroci, vescovi e dal Santo Padre possiamo sentirci più vicini, pregando all’unisono in un comune abbraccio spirituale.

E così le piattaforme online diventano finestre sul mondo come veri spazi fisici, unico modo di connessione al genere umano per sentirsi meno soli durante questa quarantena che non sappiamo quanto durerà.

Rallentando i nostri ritmi quotidiani, seppur costretti a restare in casa in maniera forzata, stiamo dando un nuovo significato a chi ci circonda e a quello che abbiamo, stiamo tornando a dare importanza all’essenziale e non al superfluo, riscoprendo la bellezza del tempo che trascorriamo con i nostri cari o la mancanza nel non vederli.

In questa autenticità ci avviciniamo al messaggio del Vangelo.

La nostra natura umana non può farci dimenticare la condizione di chi si trova in una situazione di maggiore vulnerabilità rispetto alla nostra.

Nelle aree più povere della Terra, nelle zone di conflitto o nei campi profughi, oltre alle difficoltà ad accedere alle cure mediche e alla messa in pratica di forme di distanziamento sociale, non vi è modo di usufruire dei canali e dei servizi online.

La pandemia globale di #Covid19 sta mettendo in evidenza come tutti coloro che non hanno accesso alla rete restano esclusi da informazioni sulla salute di fondamentale importanza. Secondo l’International Telecommunications Union soltanto 4,1 miliardi di persone hanno accesso a internet, il 53,6% della popolazione mondiale.

Inoltre, nel tentativo di rallentare la diffusione del virus, la chiusura delle scuole delle periferie africane, delle città più povere dell’Asia e delle zone di conflitto del Medio Oriente ha aggravato quella situazione di vulnerabilità di quei bambini che non hanno la possibilità di seguire le lezioni online attraverso un computer, un tablet o uno smartphone. Chi non può accedere all’apprendimento a distanza viene così privato di un diritto fondamentale, il diritto all’istruzione, rendendo sempre più netto il divario tra i bambini del Terzo Mondo e tutti gli altri.

Con la certezza che la resurrezione di Cristo Gesù ci darà la forza di avviare il cammino di rinascita per superare questa pandemia globale, auguro a tutti voi di trascorrere la Santa Pasqua in comunione di spirito con tutti i nostri fratelli e sorelle del mondo.

 

Regina Catrambone

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