Nascere Durante una Crisi

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Quando il team medico MOAS è giunto in Bangladesh per cominciare a portare aiuti medici alle popolazioni locali e ai rifugiati Rohingya in arrivo dal Myanmar, eravamo consapevoli che avremmo dovuto concentrarci sulla salute materna e la pediatria. La popolazione di rifugiati comprende fino al 60% di bambini e viste le oltre 55mila donne incinte o in fase di allattamento ufficialmente registrate, senza contare quelle che non lo sono all’interno della comunità, per il team medico MOAS era solo una questione di tempo prima di cominciare ad assistere ai parti.

Attualmente MOAS si occupa in media di 20 nuovi casi di gravidanza ogni settimana in ciascun ospedale da campo e nella maggior parte dei casi le donne non hanno mai consultato un dottore per l’assistenza e la consulenza prenatale. Ciò fa sì che ogni visita sia un momento estremamente arduo e delicato. Partorire in un simile contesto non è difficile soltanto a causa dell’assistenza prenatale ma anche per via dei fattori ambientali del luogo. Casi di violenza durante la gravidanza, nutrizione carente, limitato accesso ai servizi medici in genere, lunghi viaggi e esposizione ad alti livelli di stress nel corso della gravidanza stessa sono tutti criteri di vulnerabilità per una comunità di rifugiati come questa. Pertanto, MOAS si è preparata a fondo per assistere queste donne.

Sulla base di un’attenta analisi delle esigenze in campo, ogni Aid Station ha riservato una sala al reparto maternità per garantire privacy e dignità alle donne e alle loro famiglie. Queste sale hanno tutte una ostetrica e un’ostetrica-ginecologa altamente qualificate e con anni di esperienza alle spalle. Così, le donne che si rivolgono a una clinica MOAS ricevono cure specialistiche da professionisti del settore in un contesto quanto più protettivo ed amorevole possibile.

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Domenica 12 Novembre questa preparazione è stata messa alla prova quando il team MOAS ha assistito al parto del primo bambino alla Aid Station di Shamlapur. Il bambino è figlio di Nurunnahar e Shafiul, entrambi Rohingya nati in Bangladesh nella comunità di Notunpara a Shamlapur e a loro volta figli di rifugiati. Sono venuti alla Aid Station a metà mattina e il team medico MOAS si è subito attivato. La famiglia è stata monitorata durante il travaglio nelle ore seguenti. Il medico a capo del team MOAS era presente per supervisionare la terapia e valutare la situazione qualora Nurunnahar avesse avuto bisogno di essere trasferita all’ospedale con l’ambulanza MOAS e ci fossero state complicanze. Fortunatamente non ce n’è stato bisogno e con un’attenta assistenza da parte del team medico MOAS Nurunnahar ha dato alla luce un bimbo in perfetta salute alle 13 ora locale.

Il medico Giada Bellanca subito dopo il parto ha dichiarato: “Siamo veramente felicissimi che la preparazione e la pianificazione precedente abbiano fatto sì che tutto durante il primo parto in una Aid Station di MOAS filasse liscio. Sono grata al nostro team per il lavoro svolto e auguriamo a questa famiglia ogni bene per il futuro”.

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Shafiul, che lavora in un negozio al Bazar locale, ci ha confidato di essere felice e sollevato nel vedere che madre e figlio sono in perfette condizioni di salute dopo il parto e non vede l’ora di presentare il bimbo alla comunità. La famiglia ovviamente verrà monitorata nei prossimi giorni e nelle prossime settimane dalla nostra Aid Station per verificare lo stato di salute della mamma e del bambino. Non vediamo l’ora di poter assistere ad altre nascite nelle nostre Aid Station, ma dobbiamo riconoscere che, viste le difficili condizioni in cui le donne portano avanti le gravidanze, ogni nuovo nato è la prova della resilienza delle madri e della bravura del team MOAS.

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