MOAS: facciamo la differenza

Dal Mediterraneo centrale al Bangladesh, MOAS conduce missioni per salvare vite in tante parti del mondo da oltre quattro anni. Tutto il nostro lavoro ha un obiettivo comune: salvare vite e ridurre la sofferenza, in particolare di migranti, profughi e sfollati. Fino ad oggi, MOAS ha assistito oltre 120.000 persone.

Salvare vite nel Mar Mediterraneo

In risposta a centinaia di annegamenti verificatisi nel mese di ottobre 2013 al largo dell’isola di Lampedusa, nel 2014 MOAS ha iniziato a operare nel Mediterraneo centrale come prima organizzazione della società civile a svolgere attività di ricerca e soccorso (SAR) in quell’area. Utilizzando la nave Phoenix – dotata di un equipaggio specializzato in SAR, una clinica completamente attrezzata e due droni umanitari – MOAS ha svolto quattro missioni in quattro anni, salvando e assistendo 38.421 bambini, donne e uomini che tentavano il letale viaggio dalle coste della Libia verso quelle europee.

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Fa’aid fu costretto a intraprendere la pericolosa traversata. Aveva 19 anni quando fu salvato da MOAS, dopo aver lasciato la propria casa in Somalia dove viveva con sua madre, suo padre e quattro fratelli. Quando l’equipaggio MOAS lo raggiunse, raccontò che stava sognando di iniziare una nuova vita in Italia, una vita in cui avrebbe potuto vivere in pace e continuare a studiare.

 Cresciuto senza alcuna reale possibilità di futuro a causa dell’instabilità politica, della mancanza di risorse economiche e di altissimi livelli di violenza, Fa’aid è stato costretto a cercare opportunità altrove. Ha iniziato il suo viaggio due anni prima del salvataggio, ha attraversato l’Etiopia, il Sudan e poi la Libia, dove è stato messo su una piccola imbarcazione di gomma con altre 120 persone. A differenza delle 27.000 persone che dal 1993 hanno perso la vita nel Mediterraneo, Fa’aid è stato fortunato.

 

Missione nel Mar Egeo

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Determinati a fornire assistenza ovunque ce ne fosse bisogno, nel dicembre 2015 abbiamo lanciato una nuova missione SAR nel Mar Egeo. Bambini, donne e uomini provenienti dalla Siria, dall’Afghanistan, dall’Iraq e dalla Somalia cercavano di raggiungere le isole più orientali della Grecia dalla costa della Turchia. Pur essendo la traversata relativamente breve, era estremamente pericolosa. Nel corso della missione, MOAS ha effettuato oltre 30 interventi, salvando 1.869 vite in condizioni faticose e difficili.

Durante questa missione, abbiamo incontrato la diciannovenne Rojee e sua sorella dodicenne Oljana, due curde siriane fuggite alle persecuzioni in patria prima che MOAS le salvasse da un’imbarcazione che trasportava 65 persone al largo della costa greca. Desideravano disperatamente fuggire dalla guerra, raggiungere la madre in Germania e continuare a studiare.

Evacuazione aerea dalla Libia

 Il 14 dicembre 2017 MOAS ha lanciato la prima missione di evacuazione area, trasferendo 74 profughi dalla Libia al Niger. Questa operazione faceva parte di un programma UNHCR di evacuazione d’emergenza volto a trasferire 1.300 profughi, in maggioranza donne e bambini, liberandoli dalla detenzione in Libia. Molti profughi e richiedenti asilo sono stati e continuano ad essere detenuti in Libia in condizioni brutali per lunghi periodi di tempo; secondo l’UNHCR, attualmente ci sono 5.700 persone nei centri di detenzione ufficiali. I profughi che MOAS ha evacuato, fra cui 51 bambini, erano tutti di nazionalità eritrea o somala e sono stati accolti a Niamey mentre l’UNHCR lavorava per assicurare loro adeguate opportunità di reinserimento.

Missioni nel Mare delle Andamane

Nel 2015-2016 e di nuovo nel 2018 MOAS ha svolto missioni di osservazione, monitoraggio e valutazione nel Mare delle Andamane, allo scopo di migliorare la consapevolezza della situazione che si stava creando su quei mari nel contesto della crisi Rohingya e aumentare la trasparenza e la responsabilità nel settore della SAR marittima. Queste operazioni sono servite per dare supporto informativo alle successive operazioni svolte nella regione, per aiutare altre agenzie a livello di promozione e sensibilizzazione, e per far pressione per il riconoscimento e l’impegno su quelle rotte marittime da parte delle autorità competenti.

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Aiuto umanitario e assistenza medica in Bangladesh

Dal 25 agosto 2017, circa 706.000 profughi Rohingya sono fuggiti dal Myanmar attraversando il confine con il Bangladesh. MOAS è arrivata in Bangladesh il 3 settembre 2017, identificando subito due settori d’intervento: l’immediata distribuzione di cibo, che ha portato la nave Phoenix a consegnare 40 tonnellate di aiuti di primissima necessità, e la fornitura urgente di assistenza medica.

MOAS ha costituito due centri di assistenza primaria per servire i campi profughi di Shamlapur e Unchiprang, dove i profughi Rohingya e la comunità di accoglienza possono ricevere cure mediche d’emergenza, nonché assistenza sanitaria riproduttiva, materna, neonatale e pediatrica. Finora le nostre squadre hanno fornito assistenza indispensabile a oltre 87.000 persone.

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