MOAS: APPELLO ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE PER AFFRONTARE LA CRISI ROHINGYA DURANTE LA STAGIONE DEI MONSONI

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MOAS esprime profonda preoccupazione per la mancanza di fondi necessari alla copertura di servizi essenziali per i rifugiati Rohingya in Bangladesh e per le sue conseguenze durante la stagione monsonica.

Il Joint Response Plan 2018 (JRP: piano pensato per rispondere alla crisi umanitaria provocata dall’esodo in massa di Rohingya dalla Birmania) prevedeva una copertura di 951 milioni di USD per finanziare tutti gli ambiti dalla sicurezza alimentare ai preparativi in vista del monsone. Tuttavia, stando all’ultimo documento ISCG, ad oggi è stato raccolto solo il 26% del totale. Il servizio di telecomunicazioni d’emergenza, settore fondamentale durante i periodi di monsoni e cicloni, ha raggiunto il 70% dell’obiettivo prefissato, ma altri 10 settori hanno registrato grosse carenze. Il settore sanitario e della comunicazione con le comunità sono in assoluto quelli con meno risorse, avendo a disposizione rispettivamente l’11% e il 2%.

MOAS è seriamente preoccupata che la mancanza di una adeguata fornitura di assistenza sanitaria sul campo e di strumenti affidabili per diffondere informazioni cruciali in merito ai rischi e ai pericoli connessi al monsone possa avere gravi conseguenze.

MOAS è sul campo da settembre 2017 e garantisce assistenza sanitaria primaria a chi vive nei campi profughi di Shamlapur e Unchiprang. Abbiamo anche cooperato alle campagne di vaccinazione dell’OIM per immunizzare i rifugiati Rohingya da malattie trasmissibili come la difterite. Senza i fondi necessari, le risorse verranno utilizzate più lentamente, procrastinando le cure fino a renderle sempre più indispensabili.

Inoltre, l’80% della comunità Rohingya in Bangladesh è analfabeta e ha bisogno delle attività del settore relativo alla comunicazione con le comunità per informarle sui monsoni. Se mancano i fondi per comunicare meglio i pericoli legati alle condizioni meterologiche, aumenta la possibilità che il maltempo provochi incidenti e decessi che potrebbero essere evitati.

Regina Catrambone, co-fondatrice e direttrice MOAS, ribadisce: “La mancanza di fondi per rispondere in modo efficace alla crisi Rohingya, alla stagione monsonica e al ciclone è un’ulteriore dimostrazione dell’egoismo e dell’indifferenza a livello internazionale. Prova a immaginare che i tuoi figli muoiano per malattie curabili solo perché non puoi permetterti le medicine. Immagina di ammalarti solo perché non sai come evitare le malattie trasmissibili. Ecco il mondo che stiamo costruendo per le future generazioni, un mondo governato dall’egoismo e dall’indifferenza, dalla mancanza di misericordia e di empatia. Mi rivolgo alla comunità internazionale affinché mobiliti risorse e fondi essenziali a supportare il Bangladesh nel suo disperato tentativo di accogliere la comunità Rohingya, una delle più perseguitate al mondo”.

I primi segni della stagione monsonica sono già evidenti e i pericoli sono reali. Se si aumentano i fondi, MOAS e le tante organizzazioni che assistono i Rohingya in Bangladesh saranno meglio preparate ad affrontare la tempesta.

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