L’intelligenza artificiale e il settore umanitario. Benefici, sfide, impatto e questioni etiche

Negli ultimi anni l’innovazione è diventata parte integrante del settore umanitario. Grazie alla tecnologia è stato possibile migliorare e ampliare l’impatto di molte missioni umanitarie in tutto il mondo. MOAS, attraverso l’utilizzo di droni durante le missioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, è stata una delle prime organizzazioni a sostenere l’importanza della tecnologia come strumento per salvare vite umane.

Il rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA) ha aperto nuovi possibili scenari di intervento in caso di disastri naturali, conflitti e sfollamenti su larga scala. L’intelligenza artificiale è diventata, quindi, un potenziale punto di svolta che, offrendo una serie di strumenti e applicazioni, può contribuire a migliorare l’azione umanitaria.

Benefici

Le tecnologie legate all’intelligenza artificiale possono elaborare grandi quantità di dati fornendo informazioni essenziali per la previsione di potenziali crisi . Attraverso l’apprendimento automatico basato sui dati e i modelli statistici, le organizzazioni umanitarie possono diventare consapevoli dei rischi che precedono un disastro naturale, uno sfollamento, un movimento di rifugiati, carestie ed emergenze sanitarie. Queste analisi possono contribuire a un intervento più rapido ed efficace, salvando vite umane e riducendo al minimo i danni. Tuttavia, possono anche aiutare le organizzazioni umanitarie a prendere decisioni sull’allocazione delle risorse e sulle strategie di intervento.

L’intelligenza artificiale può analizzare le immagini satellitari, le riprese dei droni e i dati dei social media per valutare la portata e la natura di un disastro o di una zona di conflitto. Elementi che possono aiutare le organizzazioni umanitarie a indirizzare le risorse in modo efficace e a dare priorità alle aree di maggiore bisogno.

Dal punto di vista logistico e della gestione delle risorse, l’IA può ottimizzare la catena di approvvigionamento e semplificare il trasporto degli aiuti umanitari garantendo consegne più rapida alle popolazioni colpite. I vantaggi dell’IA coinvolgono anche il campo della comunicazione con la possibilità di fornire informazioni vitali e supporto alle persone bisognose in più lingue, rispondendo a domande relative alla distribuzione degli aiuti, ai servizi sanitari, legali e a qualsiasi altra informazione utile.

L’IA può anche ridurre al minimo i rischi affrontati dal personale umano in aree pericolose o inaccessibili, grazie all’uso di robot alimentati dall’IA che possono essere impiegati per fornire aiuti, condurre operazioni di ricerca e soccorso o sminare in aree di guerra.

Sfide

Nonostante i vantaggi, l’IA presenta anche delle importanti sfide legate all’affidabilità e alla qualità dei dati. Gli algoritmi di intelligenza artificiale si basano su set di dati di grandi dimensioni e di alta qualità per l’addestramento e il funzionamento e ottenere dati accurati e imparziali in contesti umanitari con risorse limitate può essere complesso. Inoltre, l’accesso ai dati solleva alcuni interrogativi in merito alle questioni legate alla privacy.

La qualità dei dati è strettamente legata al rischio di potenziali distorsioni attraverso i sistemi di intelligenza artificiale. Non si tratta esclusivamente di un problema tecnico, ma di informazioni che riflettono prospettive, pregiudizi e stereotipi che inevitabilmente influenzano il processo di progettazione e sviluppo.  Le informazioni fornite da chi sviluppa sistemi di intelligenza artificiale possono quindi portare a pratiche discriminatorie.

Un’ulteriore sfida è la mancanza di infrastrutture tecnologiche nelle aree remote, dove l’implementazione dell’IA è difficile senza alcun accesso a internet.

È importante sottolineare, inoltre, che l’IA è uno strumento, non un sostituto dell’esperienza e del giudizio umano. Gli operatori umanitari, le loro competenze e la loro sensibilità devono continuare a rimanere il cuore delle organizzazioni per il successo delle missioni umanitarie.

Impatto

L’IA ha il potenziale per trasformare il panorama umanitario migliorandone efficienza ed efficacia, espandendo la portata e la copertura dei progetti, riducendo al minimo i rischi affrontati dagli operatori umanitari e rafforzando il processo decisionale.

L’impatto dell’IA in ambito umanitario è evidente in alcuni progetti umanitari già avviati. Nel 2019, gli strumenti di mappatura dei disastri basati sull’intelligenza artificiale hanno svolto un ruolo fondamentale in Mozambico, consentendo una risposta rapida ed efficace alle emergenze. Nel Progetto Jetson, lanciato dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), l’IA utilizza l’analisi predittiva per anticipare le situazioni di sfollamento forzato, consentendo interventi proattivi.

Considerazioni etiche

Tuttavia, non poche sono le preoccupazioni tra gli esperti e gli esperti in merito ai potenziali rischi associati all’implementazione dell’IA in contesti umanitari. Le questioni più rilevanti sono legate alla trasparenza e alla responsabilità, alla privacy e alla sicurezza dei dati, agli algoritmi e al ruolo del personale umanitario. Le organizzazioni umanitarie devono essere trasparenti in merito a risultati e dati personali degli individui vulnerabili. I dati usati per gli algoritmi di intelligenza artificiale devono essere attentamente controllati per evitare discriminazioni nei confronti di specifiche minoranze, etnie o religioni. E, infine, l’IA dovrebbe essere utilizzata come strumento per aumentare il processo decisionale umano, non per sostituirlo.

Conclusioni

L’IA è un importante strumento in grado di rivoluzionare il settore umanitario. Tuttavia, affinché ciò avvenga, è necessario prestare attenzione ai principi etici, alla sicurezza dei dati e all’importanza del ruolo degli operatori umanitari. Sfruttando la potenza dell’IA in modo responsabile, le organizzazioni umanitarie potranno migliorare la loro efficacia e salvare più vite.

 

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