La Giornata Mondiale del Rifugiato tra vaccini e #VieSicureELegali. Un messaggio dalla nostra Direttrice

In occasione della celebrazione della Giornata Mondiale del Rifugiato, istituita dalle Nazioni Unite per commemorare l’approvazione della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati del 1951 e per ricordare tutte le persone che nel mondo sono costrette a fuggire dal proprio Paese d’origine per sfuggire a conflitti, violenze e persecuzioni, in questo periodo pandemico non è possibile ignorare la questione dei vaccini.

Alcune categorie svantaggiate, come quelle dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti irregolari rischiano di restare escluse dalla vaccinazione, sia nei Paesi più ricchi, dove usualmente non vengono inclusi all’interno dei piani vaccinali, che nelle aree più povere del mondo, dove le dosi vaccinali scarseggiano anche tra i cittadini. Il 90% delle dosi di vaccino anti-Covid disponibili si concentrano, infatti, nelle mani dei Paesi più ricchi. Per non citare le drammatiche situazioni all’interno dei campi profughi sparsi per il mondo dove, oltre alla mancanza di una programmazione vaccinale, bisogna fare i conti con il sovraffollamento e l’impossibilità di rispettare le più basilari precauzioni igieniche e di distanziamento necessarie a contenere la diffusione del virus.

Sebbene siano 153 gli Stati che hanno dichiarato di adottare strategie di vaccinazione che includono i rifugiati, nella realtà dei fatti sono soltanto 20 i Paesi che hanno già iniziato a farlo.

Nella frenesia alla corsa ai vaccini, poche sono le voci che rimarcano l’importanza di garantire l’accesso alle vaccinazioni per le persone rifugiate, per garantire il diritto alla salute anche degli ultimi e per non lasciare indietro nessuno.

Oltre all’intervento degli Stati, però, bisogna ricordare di rivolgere un accorato appello alle case farmaceutiche che stanno sviluppando, producendo e distribuendo i vaccini, affinché una più equa distribuzione tra le aree ricche e quelle povere del mondo, insieme all’universalità dei brevetti, possano contribuire a ridurre le diseguaglianze.

Anche il Santo Padre, con la donazione di alcune dosi di vaccino ai rifugiati, ha ricordato l’importanza della solidarietà e dell’inclusione delle persone rifugiate in una pandemia dalla quale dobbiamo uscire tutti insieme. Soltanto uniti possiamo farcela, senza dimenticarci delle persone più svantaggiate.

Oltre alla questione dei vaccini, la nostra coscienza non deve assopirsi davanti alle persecuzioni e alle violenze subite dai rifugiati, al peso della nostra responsabilità nei confronti di tutte le persone che muoiono di stenti nel deserto o sui passi di montagna nel tentativo di superare i confini per mettersi in salvo, di tutte le giovani vite annegate in mare o i cui corpi giacciono riversi sulle spiagge. Sono morti a cui dobbiamo rispondere senza ideologie, mettendo in pratica #VieSicureELegali di migrazione, non esternalizzando le politiche migratorie, ma offrendo la possibilità di potersi spostare in maniera sicura. Non possiamo più permetterci di viaggiare, trasferirci tranquillamente da un posto all’altro nel mondo mentre troppe persone sono costrette a mettere a rischio la propria vita per spostarsi e fuggire da Paesi dove rischiano quotidianamente la vita.

Nella giornata Mondiale del Rifugiato 2021 faccio appello al rinnovato senso di solidarietà, che questa pandemia dovrebbe averci trasmesso, affinché la vita delle persone possa venire prima di qualsiasi ideologia, orientamento politico, nazionalità, bandiera o colore della pelle.

#TeniamoAccesaLaSperanza #RestiamoUmani

– Regina Catrambone

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