Intelligenza Artificiale per il settore umanitario: vantaggi e limiti

Da anni le organizzazioni umanitarie utilizzano tecnologie all’avanguardia, come algoritmi in grado di aggregare dati che possano prevedere disastri. Per decenni sia l’Intelligenza Artificiale (IA) che l’Apprendimento Automatico (Machine Learning) sono stati utilizzati dalle organizzazioni umanitarie per assistere le persone vulnerabili. Infatti, l’utilizzo di queste tecnologie non è una novità per il terzo settore. In questo blog analizziamo vantaggi, limiti e ripercussioni delle potenzialità fornite dell’intelligenza artificiale.

Intelligenza Artificiale per salvare vite umane

Se esistesse un’IA in grado di prevedere qualsiasi crisi si tratterebbe forse del Santo Graal della cooperazione internazionale, in grado di poter prevenire la sofferenza umana su scala globale. Sebbene possa sembrare fantascienza, gli scienziati sono sul punto di raggiungere questo obiettivo.

Dal 2018, Google lavora a diversi progetti in grado di identificare in anticipo località a rischio, minacciate da inondazioni, incendi e uragani. Google FloodHub è una piattaforma interattiva e facilmente accessibile in grado di fornire, spesso con giorni di anticipo, avvisi di possibili alluvioni su specifiche aree geografiche. Nel 2021, grazie ai suoi modelli di previsione delle inondazioni basati sull’IA, Google FloodHub ha inviato più di 115 milioni di notifiche di pericolo.

Lo strumento di Previsione del Danish Refugee Council è in grado di prevedere spostamenti forzati interni nell’arco di 3 anni con un margine di errore inferiore al 10%. Il sistema si basa su informazioni open-source relative a 120 fattori geopolitici, economici e ambientali, superando le tradizionali tecniche di pianificazione umanitaria.

IA, l’eroe sconosciuto

La previsione di rischio dell’IA è tanto innovativa quanto sorprendente. L’IA ha cambiato infatti radicalmente l’impatto e la portata dei programmi nel mondo delle organizzazioni umanitarie.

L’utilizzo di IA ha avuto un’incidenza significativa sull’operato delle organizzazioni semplificandone i processi, diffondendo più rapidamente le informazioni e fornendo una gestione più completa e coesa dei progetti a livello globale. Dal tedioso compito di archiviazione alla raccolta dei dati sul campo, l’IA ha alleggerito e semplificato il carico di lavoro delle ONG, consentendo loro di riorganizzare ed espandere i propri sforzi.

Uno di questi progetti, realizzato in collaborazione con l’India Institute of Technology di Delhi e Gram Vaani, utilizza l’IA per semplificare l’accesso ai dati dei pazienti durante le emergenze sanitarie. La programmazione è in grado di scansionare le cartelle sanitarie in formato analogico e di registrare informazioni cruciali, eliminando la necessità di elaborarle manualmente. La digitalizzazione consente alle autorità di entrare immediatamente in contatto con le comunità ed elaborare più facilmente le informazioni acquisite. Inoltre, può essere utilizzata in modo specifico riadattandola a seconda delle esigenze di una particolare crisi.

Nel complesso, l’IA porta benefici alle organizzazioni umanitarie in quanto:

  • Aumenta la portata e il raggio d’azione delle loro attività.
  • Alleggerisce il loro carico di lavoro.
  • Velocizza i processi decisionali salvavita.
  • Fornisce una crescente capacità di previsione delle crisi umanitari prima che accadano.
  • È in grado di raccogliere importanti dati da ogni situazione d’emergenza per migliorarne i metodi di risposta.

 

Sfide e limiti

Una IA affidabile ha rivoluzionato la nostra capacità di fornire assistenza a un maggior numero di persone in maniera più tempestiva. Ma ci sono dei limiti, l’uso dell’IA incontra due ostacoli principali: la logistica e la sicurezza.

Dal punto di vista logistico richiede un cambiamento strutturale nella raccolta e gestione dei dati, che può determinare numerose implicazioni per un sistema che si basa in larga misura sull’intelligenza e l’interazione umana. La conoscenza dei sistemi dell’IA rimane bassa e l’acquisizione delle competenze per implementarli richiederà un maggiore coinvolgimento di tecnici esterni alle organizzazioni.

I dati che supportano l’IA richiedono un input massiccio, soprattutto per i sistemi più all’avanguardia in grado di prevedere le crisi. Mentre le grandi aziende come Google e Microsoft hanno risorse e mezzi illimitati per lavorare all’acquisizione di tali dati, questo non vale per la maggior parte delle organizzazioni umanitarie. Tuttavia, la previsione delle catastrofi richiede informazioni che spesso non esistono ancora; la registrazione dei dati sui terremoti, ad esempio, è un progetto ancora in fase di sviluppo.

A parte le sfide logistiche, questa tecnologia è in gran parte in fase di ricerca e sviluppo e presenta molte carenze potenzialmente pericolose. Sebbene l’IA sia abile nel gestire i dati, è tuttavia supportata da dati raccolti dall’uomo che potrebbero essere meno affidabili. Ciò implica che, per quanto buona sia la programmazione dell’IA, essa sarà sempre soggetta all’errore umano.

Considerazioni finali

Finché la programmazione dell’IA non terrà conto degli errori umani e non sarà perfezionata per fare previsioni accurate attraverso prove ed errori, si commetteranno errori e si perderanno vite umane. Questo è il dilemma etico alla base dell’utilizzo dell’IA in situazioni umanitarie a rischio. Nel frattempo, iniziative come Hive, USA per l’UNHCR, cercano di capire dove e come le innovazioni tecnologiche – in particolare l’IA – possono essere applicate nel campo umanitario. Tali programmi, che coinvolgono giganti dell’IA come Microsoft, lavorano per integrare le tecniche di IA portando soluzioni ad alcune delle sfide logistiche e tecniche più urgenti. Tuttavia, gli esseri umani sono relativamente poco capaci di prendere decisioni, in quanto offuscati da principi morali e pregiudizi. L’intelligenza artificiale offre l’opportunità di modificare i nostri processi decisionali utilizzando tecniche più affidabili e obiettive. Pertanto, migliora i sistemi umanitari e aumenta drasticamente la nostra capacità di prevenire la sofferenza umana.

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