IL RAPPORTO SULL’ INTERVENTO UMANITARIO 2022

Il Rapporto sull’ Intervento Umanitario 2022 delinea i parametri e le caratteristiche dello spazio umanitario, e consente ai lettori di capire come il sistema si è adattato alle nuove crisi emergenti e se le leggi e gli standard umanitari vengono rispettati in un mondo sempre più complesso.
Ecco le tematiche fondamentali evidenziate nel Rapporto:

  • In che modo il sistema umanitario sta affrontando la crisi dei rifugiati e i conflitti attivi, e come sta lavorando per ridurre la mortalità ed evitare la fame?
  • Il sistema umanitario provoca danni?
  • Il sistema sta diventando più localmente guidato?
  • Il sistema è efficiente sotto il profilo delle risorse?
  • Cosa sappiamo dei dati demografici del personale e dei partner delle agenzie umanitarie?
  • In che modo il sistema è conforme alle leggi e agli standard umanitari?
  • Le persone colpite dalla crisi possono ritenere responsabili gli attori del sistema e possono influenzare le decisioni che li riguardano?
  • In che modo il sistema è stato colpito ed ha risposto alla pandemia di Covid-19?

MOAS ha evidenziato alcuni dei risultati chiave del rapporto, che sono estremamente rilevanti per i responsabili politici e gli operatori del sistema umanitario. Abbiamo notato che questa edizione del Rapporto rispecchia la necessità di sostenere e promuovere in modo migliore il lavoro delle comunità locali nel facilitare l’aiuto e lo sviluppo. Per la prima volta in assoluto, questa edizione include il “sistema esterno al sistema”. Questo include la diaspora, i progetti guidati dalle comunità e il settore privato, e riconosce che il sistema umanitario internazionale inteso in senso tradizionale è solo un elemento di sostegno per le persone in crisi.

Bisogni umanitari

Durante la redazione del rapporto, durata quattro anni, il numero globale di persone bisognose di assistenza umanitaria riconosciute dalla Global Humanitarian Review coordinata dalle Nazioni Unite è aumentato di oltre l’87%. Questa cifra allarmante evidenzia l’impatto del cambiamento climatico, dei conflitti, dell’insicurezza alimentare, delle disuguaglianze e delle mutevoli dinamiche di potere che confinano alcune comunità ai margini, con conseguente aumento dei loro bisogni fondamentali. Man mano che i bisogni delle persone crescevano, aumentavano anche le barriere per soddisfarli. Infatti, in molti paesi, abbiamo assistito a uno spostamento verso la destra politica in termini di retorica su umanitarismo e migrazione, e a un aumento della politica degli “uomini forti” che incoraggia i governi a rifiutare le norme sui diritti umani e gli standard di benessere.

Aiuti ai donatori

L’assistenza umanitaria internazionale (IHA) ha raggiunto una cifra stimata di 31,3 miliardi di dollari nel 2021, quasi il doppio rispetto a dieci anni prima. Tuttavia, i finanziamenti si sono stabilizzati negli ultimi quattro anni e, a causa di crisi emergenti come la pandemia di Covid-19, alcuni finanziamenti sono stati allontanati dalle crisi prolungate in corso come in Yemen e Somalia, Paesi che hanno dovuto affrontare tagli agli aiuti mentre affrontavano esigenze umanitarie sempre più complesse. In questo periodo si è registrata anche instabilità tra i principali donatori tradizionali: il Giappone ha aumentato i suoi aiuti, mentre il Regno Unito ha tagliato il suo contributo di quasi 1 miliardo di dollari. In questo periodo, quasi la metà degli aiuti umanitari diretti alle organizzazioni è andata a sole tre agenzie delle Nazioni Unite, il Programma Alimentare Mondiale (WFP), il l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF). Questi fondi vengono spesso trasferiti ai partner esecutivi. C’era una grande discrepanza tra le necessità umanitarie e i finanziamenti: nel 2020, a causa del Covid-19 sono state registrate richieste di aiuti per 39,3 miliardi di dollari, ma i nuovi finanziamenti erano insufficienti e solo il 51% dei requisiti è stato soddisfatto: si è trattato di un minimo storico.

Aiuto guidato dalla comunità

Gli aiuti comunitari sono essenziali durante le crisi. I primi soccorritori in caso di emergenza sono di solito i membri della comunità colpita ed è imperativo dare valore ai bisogni e alle conoscenze tecniche delle persone all’interno di queste comunità. Bisogna ancora capire come impegnarsi realmente per implementare le risorse locali e non solo in modo simbolico, anche se c’è stato un miglioramento. Ad esempio, perché alcune parti del sistema internazionale stanno iniziando a lavorare con gruppi in movimento, ci sono sfide complesse che vengono poste alla collaborazione tra partner, tra cui fiducia, dinamiche di potere e rappresentanza.

Critica dell’umanitarismo

Gli operatori umanitari lavorano in ambienti estremamente sensibili, operando a stretto contatto con comunità vulnerabili. Ciò comporta un rischio elevato di causare danni diretti o indiretti alle persone che il sistema cerca di supportare. Storicamente, il sistema umanitario non è stato bravo a valutare o mitigare le potenziali conseguenze delle sue attività, e occorre migliorare il modo in cui misuriamo l’impatto e garantire che le voci di coloro che stiamo cercando di sostenere siano effettivamente prioritarie e ascoltate.

Considerazioni finali

MOAS è un’organizzazione umanitaria che sostiene i valori dello spazio umanitario. Continuiamo a monitorare e a valutare i nostri progetti per assicurarci di sostenere al meglio le comunità vulnerabili. Alla fine del 2021 c’erano circa 59,1 milioni di sfollati interni, più del doppio rispetto a dieci anni prima. MOAS continua a supportare richiedenti asilo, rifugiati e migranti nei nostri progetti e nelle nostre missioni per rispondere ai bisogni e colmare le lacune nella fornitura di servizi a livello globale.

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