Il cambiamento climatico e la sfida che rappresenta per le popolazioni nei Paesi a rischio

Definire il cambiamento climatico

Secondo l’UNHCR, il cambiamento climatico è la crisi che definisce i nostri tempi e il fenomeno migratorio che ne deriva è una delle sue conseguenze più devastanti. Insieme ai conflitti, all’instabilità politica e ai disordini sociali, il cambiamento climatico è un ulteriore fattore che sta contribuendo all’attuale fenomeno migratorio mondiale.

Il cambiamento ambientale e i disastri legati al clima sono fattori che influenzano maggiormente le migrazioni. La Banca Mondiale stima che, entro la fine del secolo, oltre 140 milioni di persone saranno costrette a migrare a causa di eventi meteorologici più frequenti e intensi – come inondazioni, siccità e tempeste- e a causa di eventi a lenta insorgenza che includono desertificazione, aumento del livello del mare, acidificazione degli oceani e cambiamenti nella distribuzione e nelle frequenza delle precipitazioni.

Ad oggi non esiste una definizione giuridica per le persone che migrano a causa di fattori ambientali. Tuttavia, l’OIM ha sviluppato un quadro concettuale per definire i migranti ambientali che afferma quanto segue:

“i migranti ambientali sono persone o gruppi di persone che, principalmente per motivi di cambiamento improvviso o progressivo dell’ambiente che influisce sulle loro vite impattando in maniera negativa, sono obbligati a lasciare (o scelgono di lasciare) le proprie abitazioni abituali, temporaneamente o definitivamente, spostandosi all’interno del proprio paese o all’estero”.

Sebbene questa definizione sia ampia e flessibile, appare chiaro che i migranti ambientali si aggiungono ai milioni di persone che decidono di migrare per ragioni economiche, sociali e politiche.

 

Il lavoro di MOAS in Yemen, Somalia and Bangladesh

Il cambiamento climatico ha un impatto sproporzionato nella maggior parte dei paesi del mondo e sulle loro popolazioni, tuttavia sono gli stati e le comunità fragili situati in terre aride e semi-aride a soffrire di più. A causa di eventi meteorologici estremi che includono, tra l’altro, irregolarità della temperatura e rapide fluttuazioni delle precipitazioni, le conseguenze immediate sulla popolazione sono la carenza di cibo e di acqua. Il cambiamento climatico rende inoltre estremamente complicato poter accedere alle strutture di prima necessità, come cliniche mediche e ospedali.

In Yemen, un paese già dilaniato dalla guerra civile e con una storia di dipendenza dagli aiuti alimentari, il cambiamento climatico sta causando problemi drammatici. Eventi climatici catastrofici che in passato accadevano una volta ogni secolo, ora stanno diventando sempre più frequenti: in una settimana due cicloni tropicali hanno travolto lo Yemen nel 2015 e altri due hanno colpito il paese nel 2018. La popolazione yemenita sta soffrendo. A causa della rapida crescita della popolazione e dell’eccessivo sfruttamento delle acque sotterranee, il paese sta vivendo un’estrema scarsità d’acqua. Inoltre, si prevede che i cambiamenti climatici aumenteranno le temperature, la variabilità delle precipitazioni e gli eventi di forti precipitazioni nel paese, causando insicurezza delle colture. Conflitti prolungati, cambiamenti climatici e condizioni economiche disastrose mettono a rischio migliaia di uomini e donne yemeniti ed espongono i bambini alla malnutrizione e alle malattie infettive.

In Somalia, il cambiamento climatico sta causando siccità, inondazioni e piogge improvvise, cicloni e tempeste di sabbia e temperature estremamente elevate. Questi eventi estremi stanno aggravando le tensioni già esistenti nel paese e stanno colpendo i mezzi di sussistenza della popolazione somala poiché la scarsità di acqua e cibo sono gli effetti immediati di eventi meteorologici estremi. Questi effetti immediati aumentano di conseguenza i rischi di conflitti violenti nel Paese e lo sfollamento forzato di migliaia di persone. Ancora una volta, il cambiamento climatico interagisce con i problemi e le tensioni politiche, sociali ed ambientali già esistenti nel Paese, aggravando tensioni preesistenti e rendendo maggiormente vulnerabile la popolazione.

Yemen e Somalia sono due paesi in cui gli aiuti umanitari sono estremamente necessari. Collaborando con organizzazioni internazionali senza scopo di lucro ed agenzie umanitarie in loco, quali Adra Yemen e International Medical Corps, MOAS fornisce supplementi nutrizionali per combattere la malnutrizione infantile in Somalia e Yemen. In quest’ultimo paese, MOAS fornisce anche forniture mediche.

Dal 2017, MOAS ha operato in Bangladesh, un paese che ha spesso dovuto affrontare eventi climatici estremi tra cui inondazioni, siccità, innalzamento del livello del mare e cicloni. Gli effetti del cambiamento climatico sono multiformi e sono sia dannosi per l’ambiente che per la popolazione del Paese, che ospita la più grande popolazione di rifugiati al mondo.

Per mitigare e rispondere ai rischi causati dai cambiamenti climatici e dai rischi ambientali, MOAS ha fornito la propria esperienza per prevenire il rischio di catastrofi. Con i corsi di formazione in materia di inondazioni e sicurezza idrica, gli esperti tecnici di MOAS stanno addestrando volontari e membri della comunità ospitante ad agire come primi soccorritori in caso di emergenze legate all’acqua. Gli esperti tecnici di MOAS stanno anche ideando progetti di sicurezza e risposta agli incendi per supportare la popolazione nel mitigare i rischi di incendio.

 

Considerazioni finali

Il cambiamento climatico rappresenta una vera minaccia per i paesi di tutto il mondo; tuttavia, le popolazioni vulnerabili sono quelle più colpite dalle sue conseguenze.

Fino a quando i governi mondiali non cominceranno ad affrontare questa preoccupante situazione, gli aiuti umanitari saranno sempre più necessari. Da parte sua, MOAS sta – e continuerà – a fornire aiuti umanitari a Yemen e alla Somalia e garantirà la continuità delle sue operazioni  per implementare la Riduzione del Rischio Disastri nei campi rifugiati.

 

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