I TREND UMANITARI DEL 2022

Nel 2022 si prevede che 274 milioni di persone avranno bisogno di assistenza e protezione umanitaria. Questo dato è aumentato in modo significativo rispetto al 2021 e per questo motivo l’ONU ha richiesto 41 miliardi di dollari per aiutare circa 183 milioni di persone in 63 Paesi. I Paesi attualmente spendono circa 25 miliardi di dollari per fornire aiuti salvavita e assistenza a coloro che sono colpiti da disastri e conflitti. Anche se sembra un importo enorme, tali livelli di finanziamento sono fondamentali poiché i bisogni umanitari continuano ad aumentare a livello globale. Senza una maggiore sinergia tra la pianificazione e gli investimenti in materia di sviluppo, aiuti umanitari e riduzione del rischio di catastrofi (DRR), tali finanziamenti continueranno a non essere sufficienti per poter affrontare in modo efficace le crisi che si verificheranno nei prossimi anni.

Insicurezza alimentare

La fame nel mondo non sarà sradicata entro il 2030 a meno che i Paesi non apportino cambiamenti sostanziali per affrontare efficacemente la disuguaglianza nell’accesso al cibo. Quasi 660 milioni di persone probabilmente dovranno affrontare la fame entro il 2030, 30 milioni in più del previsto a causa degli impatti a lungo termine della pandemia. L’anno scorso, in 80 Paesi, circa 283 milioni di persone erano gravemente insicure dal punto di vista alimentare o ad alto rischio di malnutrizione. Questo record è stato determinato da livelli variabili di insicurezza alimentare nelle regioni afflitte da conflitti militari, come Afghanistan, Myanmar, Etiopia, Yemen e Somalia. Quest’anno, molti di questi Paesi stanno affrontando la carestia e la Nigeria è attualmente sull’orlo del baratro mentre la violenza continua a devastare il Paese.

Nel 2021, secondo il Global Humanitarian Overview, “gli impatti climatici si sono uniti ai conflitti come causa principale della carestia”. Una maggiore frequenza di fenomeni quali siccità, piogge e scarsi raccolti agricoli in molte aree del mondo, hanno costretto i cittadini a ricorrere al razionamento delle scorte di cibo solitamente riservato al bestiame pur di poter sopravvivere.

Clima e migrazione

La temperatura del globo continuerà ad aumentare almeno fino al 2050 secondo quanto stabilito in tutti gli scenari di emissioni calcolati nel rapporto IPCC 2021. Un riscaldamento globale di 1,5°C e 2°C sarà probabilmente superato in questo secolo, a meno che non vengano effettuate riduzioni radicali del biossido di carbonio (CO2) e di altri gas serra. Mentre la COP21 ha visto i governi riunirsi per impegnarsi a modificare i consumi, la produzione e le fonti di energia rinnovabile, molte comunità indigene sono state escluse dalla conversazione e sono state fatte promesse a sostegno dell’ambiente dai principali attori inquinatori che, da allora, non sono state seguite da alcun cambiamento politico significativo. Mentre 200 organizzazioni ambientaliste hanno firmato una nuova Carta sul Clima, ci sono stati pochi cambiamenti tangibili per compensare i disastri legati al clima nei Paesi più vulnerabili. È probabile che aumenti il numero delle persone costrette a migrare a causa del cambiamento climatico che non solo causa disastri, ma è un fattore di intensificazione dei conflitti e dell’instabilità economica. Alcuni Paesi sono sempre più sfacciati nello sfruttare la migrazione per esercitare pressioni politiche e molti sono sempre più desiderosi di impedire alle persone di entrare nei loro confini. Ci sono state poche indicazioni che i Paesi occidentali siano pronti a cambiare drasticamente le politiche di confine di fronte alle previsioni sulla migrazione, ma bisogna lavorare insieme per dare la priorità alla vita umana rispetto alle politiche di esclusione.

Questioni di Genere

Il divario tra povertà e genere si sta ingrandendo, con 247 milioni di donne che attualmente vivono con meno di 1,90 dollari al giorno. Questa statistica sbalorditiva riflette un passo indietro verso la parità di genere: la pandemia, le ripercussioni economiche e il tumulto politico in molte regioni hanno inferto un duro colpo al progresso di parità di genere. A livello globale, in particolare,  la prevalenza dell’insicurezza alimentare tra le donne è aumentata drammaticamente negli ultimi 2 anni: era del 6% più alta tra le donne rispetto agli uomini nel 2019, e del 10% in più nel 2020. Poiché questa tendenza continua a causa della pandemia di COVID-19 ed intacca duramente altri contesti sociali, ci troviamo di fronte a gravi battute d’arresto negli anni a venire. Queste sono sfide pervasive e in via di sviluppo, ma ci sono sempre più attori dedicati e gruppi della società civile che lavorano per accelerare l’uguaglianza di genere attraverso iniziative e movimenti per la giustizia. Nel 2021, il Generation Equality Forum (GEF) si è tenuto in Messico e Francia, mobilitando 40 miliardi di dollari di finanziamenti promessi da governi e attori chiave. Nel 2022, questi impegni dovrebbero iniziare a tradursi in cambiamenti politici e programmazione creativa.

Tendenze politiche

Gli operatori umanitari hanno iniziato a sfruttare lo sviluppo e il finanziamento degli aiuti con modelli di finanziamento nuovi e innovativi che si discostano dalle forme tradizionali. Abbiamo visto la Banca Mondiale assumere un ruolo sempre più attivo in contesti di crisi e le ONG hanno informato in modo più dettagliato i governi circa le politiche di riduzione del rischio climatico, in particolare sulla COP21. La maggior parte della programmazione umanitaria è ora sostenuta da considerazioni sul clima e la sfera dello sviluppo si sta spostando verso una pianificazione dell’azione più localizzata. Lo sviluppo delle microimprese sarà probabilmente un’area prioritaria in crescita in termini di strategie di sviluppo. Tali imprese si ripercuotono positivamente sullo sviluppo dell’indipendenza economica tra le comunità svantaggiate e sull’integrazione economica a lungo termine. Il Refugee Impact Bond è una nuova iniziativa che segue questi principi, sviluppando l’indipendenza a lungo termine dei rifugiati incoraggiando pratiche di integrazione dinamica.

Considerazioni finali

È necessaria una visione a lungo termine quando si considera il futuro degli aiuti e dello sviluppo. Si stima che la metà di tutte le crisi odierne sia in qualche modo prevedibile e il 20% di queste sia altamente prevedibile. Tuttavia, meno dell’1% del finanziamento di queste crisi è prestabilito. Pertanto, l’approccio globale deve essere più anticipatore per mitigare i disastri futuri. Ciò include lo sfruttamento delle proiezioni del rischio climatico per avviare la pianificazione umanitaria in modo da poter comprendere meglio e prepararsi alla vulnerabilità sociale.

Negli ultimi anni ci sono state raccomandazioni di alto livello che hanno chiesto una migliore sinergia tra sviluppo, DRR e pianificazione umanitaria poiché gli interventi umanitari più efficaci si hanno nell’attenuare i disastri piuttosto che nel rispondere ad essi. Dobbiamo continuare a lavorare su questa sinergia in modo che la comunità globale sia meglio preparata ad affrontare i cambiamenti climatici, le crisi e le sfide in corso. Non dobbiamo utilizzare un approccio coloniale dall’alto verso il basso verso tali aiuti, ma dobbiamo sostenere la programmazione e le iniziative localizzate per prepararci al meglio per il futuro.

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