Human rights week: non dimentichiamoci delle persone migranti

Il 10 dicembre 2023 ricorre il 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo emanata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. La Settimana dei Diritti Umani è dedicata a incrementare la consapevolezza relativa all’importanza dei diritti umani e a fare il punto della situazione in merito alla condizione attuale nel mondo. Il tema del 2023, Libertà, Uguaglianza e Giustizia per Tutti, è incentrato su sfide quali pandemie, conflitti, disuguaglianze, povertà, razzismo e cambiamenti climatici.

Questa settimana MOAS vuole far luce sulla situazione di milioni di persone che sono costrette a lasciare le proprie case in cerca di salvezza a causa di conflitti, violenze, violazioni dei diritti umani, persecuzioni, disastri naturali e cambiamento climatico. Nel 2022 le persone sfollate sono state più di 110 milioni in tutto il mondo. Il 52% di loro proviene da Siria, Ucraina e Afghanistan. Turchia, Iran e Colombia sono i Paesi che ospitano il maggior numero di rifugiati.

Non tutte le persone coinvolte nel fenomeno migratori sono vulnerabili, ma tutte le persone migranti diventano vulnerabili per il mancato rispetto dei loro diritti umani.

Due su tre sono ospitate in Paesi a basso o medio reddito e la loro sopravvivenza dipende dal sostegno offerto dalle autorità, dalle comunità locali e dalle organizzazioni umanitarie. Nelle aree urbane le persone migranti lottano contro la povertà, la violenza, l’emarginazione, la mancanza di sostegno psicosociale e le difficoltà nel vedersi riconosciuto e tutelato lo status di rifugiato che nega diritti umani e libertà fondamentali.

Queste condizioni peggiorano ulteriormente nel contesto dei campi profughi dove bambini, donne e uomini sono spesso costretti a convivere con il sovraffollamento, la mancanza di cibo, acqua, igiene e assistenza sanitaria. Sono minacciati dagli eventi climatici e dagli incendi che troppo spesso distruggono quegli umili alloggi che per alcuni di loro diventano casa per molti anni. Un numero inimmaginabile di persone rischia di diventare vittima di gruppi criminali e trafficanti di esseri umani, violenze sessuali e forme di lavoro minorile.

Diritti umani e protezione dei confini

I diritti umani delle persone migranti non vengono tutelati neppure durante il processo migratorio. Questo accade alle frontiere europee dove sono spesso vittime di respingimenti, intimidazioni, violenze e umiliazioni. Nel Mar Mediterraneo, le persone vengono abbandonate su imbarcazioni e gommoni alla mercè del mare. Lungo i confini terrestri, le persone vengono respinte al freddo e al gelo. In alcuni casi, i rifugiati vengono rimpatriati nel loro Paese d’origine, nonostante gli evidenti rischi che dovranno affrontare.

In alcuni Paesi sembra che la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo non sia mai esistita. In Libia milizie, gruppi armati e forze di sicurezza detengono arbitrariamente migliaia di persone. Migranti e rifugiati sono sottoposti a torture, uccisioni, violenze sessuali e lavori forzati. Molti di loro perdono la vita, gli altri porteranno per sempre nel corpo e nell’anima i segni delle violenze subite.

Troppe vittime sono state registrate sulle rotte migratorie in tutto il mondo. Le persone che hanno perso la vita nelle rotte migratorie, quasi 60.000 nel periodo 2014-2023 secondo molte ricerche, rappresentano solo una stima minima. Della maggior parte delle persone migranti scomparse nel Mar Mediterraneo, nel deserto del Sahara, lungo la rotta marittima tra l’Africa occidentale e le isole Canarie, ai confini con i paesi balcanici, con la Turchia, nelle rotte dell’esodo dei Rohingya dal Myanmar, tra Stati Uniti e Messico, e lungo ogni altra frontiera pericolosa, non sapremo mai nulla.

Considerazioni finali

Questa settimana non possiamo chiudere gli occhi di fronte a queste violazioni dei diritti umani fondamentali. Le organizzazioni internazionali, l’UE, ognuno di noi deve impegnarsi affinché i diritti delle persone migranti siano rispettati in ogni angolo del mondo in linea con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Per questo continuiamo a invocare #VieSicureELegali di migrazione e a lavorare per migliorare le condizioni delle persone più vulnerabili del mondo.

 

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