Giornata mondiale dell’Umanità – Le donne nell’ambito umanitario

La Giornata Mondiale dell’Umanità di quest’anno è dedicata alle donne che operano nell’ambito umanitario; un’occasione che MOAS coglie per mettere in risalto le splendide volontarie Rohingya che partecipano al nostro progetto Flood Rescue Training a Cox’s Bazar, in Bangladesh. Partecipando ai nostri corsi di formazione queste donne non solo accrescono le loro competenze, ma divengono anche membri attivi della loro comunità fornendo una risposta umanitaria alle emergenze.

MOAS ha avviato le operazioni in Bangladesh nel 2017, in risposta all’arrivo dei Rohingya in fuga dalle persecuzioni subite in Myanmar, sebbene flussi di rifugiati Rohingya avessero già attraversato il confine sin dagli anni ’70, quando le autorità del Myanmar hanno iniziato i loro attacchi mirati contro le popolazioni Rohingya nel Rakhine. Il risultato di questi flussi migratori è la presenza di una vasta e ampia comunità Rohingya, molti dei quali nati e cresciuti nei campi, nella regione di Cox’s Bazar, in Bangladesh.

 

A causa della natura del loro spostamento, i dati demografici dei campi sono anomali, con una percentuale pari al 55% di bambini e al 25% di donne adulte. Una famiglia su 6 è composta da madri single. Per molte di queste donne, la loro posizione nella comunità è stata drammaticamente alterata dalle circostanze della loro fuga. Le donne hanno assunto non soltanto il ruolo di coordinatrici e leader della comunità, ma hanno anche costituito una parte essenziale del programma umanitario avviato nei campi.

Promuovere la partecipazione locale alle azioni umanitarie è la chiave per creare una risposta responsabile e sostenibile. I programmi MOAS e la presenza di numerose volontarie Rohingya dimostrano come le donne possano essere all’avanguardia nella partecipazione sul campo. Le donne Rohingya coinvolte nel nostro Flood Rescue Training hanno appreso preziose competenze pratiche che consentono loro di operare come prime soccorritrici in condizioni alluvionali di emergenza, eventi che avvengono con una certa frequenza nel Bangladesh, spesso colpito dai cicloni. La formazione segue il nostro approccio “train-a-trainer”, il che significa che alcune delle donne che formiamo hanno l’opportunità di trasmettere le loro competenze all’interno della comunità.

 

Per evidenziare ulteriormente il lavoro delle nostre volontarie, abbiamo posto delle domande ad alcune di loro. Una delle partecipanti, Shofika*, ci ha fornito una testimonianza relativa alla propria esperienza di formazione MOAS.

Arrivata nel 2017, Shofika ha lasciato la sua vita da casalinga in Myanmar e ha iniziato la pericolosa traversata verso il Bangladesh alla fine di agosto dello stesso anno. All’età di trent’anni ha deciso di prendere parte al programma MOAS dopo averne sentito parlare attraverso l’OIM, che opera nei campi. Aver vissuto la stagione monsonica a Cox’s Bazar è stata la motivazione principale che l’ha spinta a prestare il proprio aiuto di primo soccorso, fondamentale per prevenire perdite di vite umane causate dalle inondazioni nei campi. Grazie al programma di formazione pensa di aver appreso numerose abilità pratiche come il corretto uso delle throw bags, e ha cominciato a interpretare tutto attraverso nuove chiavi di lettura, ad esempio attraverso una maggiore consapevolezza dei rischi legati all’acqua. Secondo Shofika, un ulteriore aspetto importante offerto dalla formazione è l’aiuto e la solidarietà da donna a donna.

Oggi è ben consapevole dell’incertezza del futuro per i Rohingya in Bangladesh, sottolineando come questo sia uno dei principali motivi per cui il programma di formazione dovrebbe continuare, dal momento che la maggior parte di loro non ha idea di quando potrà lasciare queste aree ad alto rischio di inondazioni, in cui le restrizioni sui loro spostamenti impediscono una corretta evacuazione quando si abbattono i cicloni. La volontà di portare avanti questa causa ha fatto sì che Shofika sia diventata una delle volontarie più determinate nel diffondere le proprie competenze tra la comunità di appartenenza. Quando abbiamo raccolto la sua testimonianza aveva trasmesso a circa 20 persone le abilità relative al flood rescue appena acquisite.

 

Grazie ai programmi in continua espansione volti a raggiungere sempre più potenziali volontari umanitari sul campo,  MOAS coglie l’occasione della Giornata Mondiale dell’Umanità per riconoscere il duro lavoro del nostro personale, dei nostri volontari e dei partecipanti ai corsi di formazione sul campo, che contribuiscono a costruire comunità più sicure e resilienti. Grazie.

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*i nomi sono stati modificati.

 

 

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