Giornata Mondiale della Salute: impatto dei conflitti sul sistema sanitario in Ucraina, Sudan, Yemen

Ogni anno, il 7 aprile, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) celebra la Giornata Mondiale della Salute. Secondo l’OMS sono140 i Paesi che riconoscono, all’interno delle costituzioni, la salute come diritto umano. Eppure, molti di questi, continuano a non garantire alla popolazione il diritto di accedere ai servizi sanitari. Per questo motivo circa 4,5 miliardi di persone, più della metà della popolazione mondiale, non ha accesso ai servizi sanitari essenziali. Per questo motivo il tema della Giornata Mondiale della Salute 2024 è “La mia salute, il mio diritto”.

Oggi la salute non è un diritto garantito soprattutto nelle aree in cui i conflitti distruggono ospedali, infrastrutture e l’intero sistema sanitario. Secondo l’Uppsala Conflict Data Program, che monitora le guerre a livello globale dal 1945, gli ultimi due anni sono stati i più conflittuali dalla fine della Guerra Fredda.

La nostra esperienza nelle zone di conflitto ci ha mostrato l’impatto devastante sulla salute delle persone, a partire dalla consegna di aiuti alimentari terapeutici e forniture mediche essenziali contro la malnutrizione in Yemen e Sudan, fino alla missione in Ucraina, volta a portare aiuti medici di emergenza alle persone colpite dal conflitto e tagliate fuori dai servizi sanitari a causa dell’escalation dei combattimenti.

Ucraina

La guerra in corso in Ucraina sta causando gravissimi danni al sistema sanitario del Paese. Ospedali e cliniche sono stati colpiti, e molte attrezzature essenziali sono state danneggiate o distrutte. Il personale medico è fuggito, lasciando gravi carenze di personale. Le interruzioni delle catene di approvvigionamento hanno portato a carenze di farmaci, rendendo difficile sia il trattamento delle malattie croniche che la gestione delle emergenze. Per gli sfollati interni l’accesso all’assistenza sanitaria è ancora più complicato. Oltre 10 milioni di ucraini sono stati costretti a fuggire dalle loro case, spesso in aree con strutture mediche limitate. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), nel 2024 14,6 milioni di persone, circa il 40% della popolazione ucraina, avranno bisogno di assistenza umanitaria. Mentre, per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Ucraina sta emergendo una nuova preoccupante tendenza: gli operatori delle ambulanze e altro personale addetto al trasporto sanitario corrono un rischio di lesioni e morte 3 volte superiore a quello degli altri operatori dei servizi sanitari.

Il nostro team composti da 150 medici, infermieri e paramedici qualificati, lavorando instancabilmente, ha salvato più di 40.000 vite in prima linea e oltre 28.000 nelle comunità tagliate fuori dalle infrastrutture mediche, grazie alla collaborazione con i nostri partner.

Sudan

Il Sudan è un Paese che da decenni vive una situazione di conflitto e instabilità politica. Tra aprile e ottobre 2023, con lo scoppio del nuovo conflitto, quasi 6 milioni sono state le persone sfollate all’interno del Paese e oltre 1,4 milioni sono fuggite negli Stati confinanti.

Il conflitto ha portato alla grave compromissione dei servizi sanitari, con solo un terzo degli ospedali nelle zone di conflitto che continuano a essere operativi. Nelle zone di conflitto, dei 59 ospedali fuori servizio, 17 sono stati attaccati  e 20 sono stati evacuati, 12 di questi sono stati militarizzati con la forza e convertiti in caserme. I restanti ospedali hanno sospeso i servizi a causa di interruzioni di corrente, carenza di carburante per i generatori, mancanza di forniture mediche e grave carenza di operatori sanitari. La violenza contro gli operatori sanitari è inoltre aumentata. Le epidemie di malattie infettive come il colera, il morbillo e la dengue sono una minaccia costante, a causa del peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie.

Ogni anno 78.000 bambini sotto i 5 anni perdono la vita e si stima che questa cifra triplicherà se gli investimenti nel settore sanitario continueranno a diminuire, afferma l’Unicef. Una parte significativa della popolazione ha difficoltà ad avere accesso al cibo. Secondo il WFP: quasi 18 milioni di persone stanno affrontando un’insicurezza alimentare acuta, 5 milioni si trovano a livelli emergenziali. Un numero triplicato dal 2019 a oggi, che cresce di mese in mese.

Nel 2023 MOAS ha lanciato una  missione umanitaria per aiutare la popolazione sudanese attraverso la consegna di forniture mediche e supplementi nutrizionali specificamente creati per i bambini che soffrono di malnutrizione acuta.

Yemen

Dal 2014, quando il conflitto in Yemen ha avuto inizio, circa 21,6 milioni di persone sono bisognose di assistenza umanitaria o protezione (il 72 % della popolazione totale), tra cui 12,9 milioni di bambini, quattro su cinque. Oltre 17 milioni di persone in Yemen non possono permettersi cibo sufficiente per soddisfare le loro esigenze quotidiane e 4,5 milioni di persone sono sfollate all’interno del Paese. Il sistema sanitario è stato decimato:  il 46% di tutte le strutture sanitarie è solo parzialmente funzionante o completamente fuori servizio a causa della carenza di personale, fondi, elettricità, medicinali e attrezzature.

La scarsità di medicinali e attrezzature mediche lascia la salute pubblica appesa a un filo. Le epidemie di colera e difterite mettono a nudo la situazione precaria. I bambini e le madri, già privi di cure di base e ostetriche, acqua pulita, servizi igienico-sanitari, cibo e riparo, diventano ancora più vulnerabili a queste infezioni.

Milioni di yemeniti sono sull’orlo della carestia a causa della scarsità di cibo e dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari. I bambini sono particolarmente vulnerabili alla malnutrizione.

Per rispondere a questa tragica emergenza umanitaria, dal 2019 MOAS fornisce prodotti farmaceutici e attrezzature mediche, oltre a trattamenti specialistici per combattere la malnutrizione infantile.

Considerazioni finali

La situazione in Ucraina, Sudan e Yemen è simile a quella di milioni di persone in tutto il mondo che sono costrette a vivere in zone di conflitto. Mentre commemoriamo la Giornata Mondiale della Salute, chiediamo la fine dei conflitti armati e lavoriamo per un mondo in cui tutti, ovunque, abbiano accesso all’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno, costruendo un futuro in cui la salute non sia un privilegio, ma un diritto.

 

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