CRISI PROLUNGATE E PRINCIPI UMANITARI

Principi umanitari e loro equivalenti nei settori dello sviluppo e della costruzione della pace

I principi umanitari sono un elenco di punti chiave che devono essere rispettati durante le missioni di aiuto. Sebbene ci siano alcune variazioni per le strategie di adesione, la stragrande maggioranza degli attori umanitari concorda e aderisce agli stessi quattro principi fondamentali: umanità, imparzialità, indipendenza e neutralità. Principi simili esistono anche nel settore della cooperazione allo sviluppo e della costruzione della pace, come i SDG delle Nazioni Unite per lo sviluppo e varie liste di valori, quali quelle di InterPeace e CR, per gli attori della costruzione della pace. Sebbene questi principi esistano parallelamente all’interno dei rispettivi settori, nessuno dei due è universalmente accettato o applicato come invece avviene per i principi umanitari all’interno dell’omonimo settore.

Cambiamenti nel campo del lavoro umanitario, di sviluppo e di costruzione della pace

Storicamente e teoricamente, il lavoro del settore umanitario è stato separato da quello degli attori per lo sviluppo e della costruzione della pace. Ciò ha probabilmente semplificato l’applicazione e l’universalità dei principi umanitari in quanto gli attori coinvolti lavorano in modo indipendente rispetto a coloro che operano per lo sviluppo e la costruzione della pace, e quindi sono in grado di aderire ai principi umanitari guida. Tuttavia, in realtà, i contesti umanitari sono estremamente complessi e gli attori umanitari, quelli dello sviluppo e della costruzione della pace spesso operano all’interno degli stessi ambiti di intervento, realizzando progetti che si intersecano tra loro.

L’Afghanistan e l’Iraq sono esempi chiave negli ultimi decenni, poiché le crisi umanitarie sono state il catalizzatore per l’avvio di iniziative di sviluppo e di costruzione della pace. Lo abbiamo visto su larga scala, con USAID che offre aiuti umanitari alle persone in Iraq, investendo contemporaneamente nella crescita economica, per i programmi di sviluppo nel Paese, così come nelle missioni di costruzione della pace e di stabilizzazione. Fino all’agosto 2021, il coinvolgimento dell’USAID in Afghanistan era altrettanto vario. Abbiamo visto approcci simili da parte delle ONG, come il modo in cui le attività di Mercy Corps in Iraq includono aiuti umanitari e programmi di sviluppo in tandem, come ad esempio con l’istruzione e la costruzione della pace e le iniziative di rafforzamento della società civile. Allo stesso modo, People in Need continua a gestire sia gli aiuti di emergenza nell’attuale crisi in Afghanistan, sia i programmi di istruzione e abilità pratiche.

L’HDP Nexus

La complessità dei diversi tipi di intervento e di attori presenti all’interno dei settori di aiuto hanno portato a un cambiamento significativo, tramite la creazione di un “nesso umanitario”, di sviluppo, di costruzione della pace (Humanitarian Development Peace). Il nesso HDP è stato ufficialmente annunciato nel 2016 dall’allora segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon. Esso prevede la connessione degli attori umanitari, dello sviluppo e della costruzione della pace e l’intenzione formale di portarli a lavorare insieme, piuttosto che separatamente. Questa intenzione richiede un nuovo modo di lavorare, che trascende il divario umanitario-sviluppo-pace, opera all’interno di sistemi nazionali e locali preesistenti e mira a raggiungere risultati collettivi a lungo termine. Dall’accordo con l’HDP Nexus nel 2016, le Nazioni Unite, i governi nazionali e i donatori hanno tutti lavorato per la sua attuazione. Un esempio dell’HDP Nexus è il programma dell’UNDP in Sudan, in cui l’iniziale programma alimentare di emergenza nel tempo si è trasformato in un programma di sviluppo agricolo che ha dato lavoro ad oltre 24.000 persone. Questo programma è stato implementato secondo la logica che le sfide umanitarie e di sviluppo, come la povertà, l’insicurezza alimentare e i conflitti tribali hanno tutti un impatto dannoso sulla pace, anche quando è stato raggiunto un accordo, quindi non dovrebbero essere affrontati separatamente.

Gli attori umanitari possono mantenere i loro principi e l’efficacia dell’azione all’interno del nesso?

Nella sua risposta iniziale al nesso HDP, il CICR (Comitato Internazionale Croce Rossa) ha dichiarato che nutre preoccupazione per il rispetto dei principi umanitari. La neutralità è al primo posto, in quanto potenziali interazioni con attori statali sono considerate problematiche, poiché potrebbero dare priorità alle aree fedeli al governo in un conflitto, trascurando i problemi causati dallo stesso, oltre a causare mancanza di sostegno per coloro che si trovano al di fuori dell’intervento statale. Preoccupazioni sono state anche espresse sul fatto che gli attori umanitari possano avere pieno accesso alle aree di intervento per svolgere le loro attività, poiché il loro status indipendente consente l’accesso a determinati gruppi e opportunità.

La CHA propone una maggiore flessibilità sui principi, sostenendo che i principi stessi sono flessibili e che all’interno del “nesso” esiste il potenziale per un approccio più incentrato sulle persone. Una migliore integrazione della programmazione e dello sviluppo umanitario può allargare l’ambito temporale per il cambiamento, e la collaborazione con le missioni di costruzione della pace può fornire dignità e sostegno all’agenzia, attraverso percorsi verso la pace.

Quali sono le opportunità e i limiti per il resto del “nesso”?

Allo stesso modo, il magazine The New Humanitarian sostiene che il nesso HDP apre la strada a nuove possibilità, come con la costruzione della pace, poiché 2/3 delle crisi umanitarie sono legate a conflitti, rendendo logico affrontare insieme le cause e i sintomi del problema. Ad esempio, WorldVision ha ospitato 50.000 rifugiati in Uganda, con l’obiettivo di ridurre le tensioni sulla terra: le loro attività includevano aiuti tramite accordi sulla terra equi, musica a tema pace, teatro e sessioni sportive. Questo intervento includeva attività a breve e lungo termine, nonché diversi aspetti del nesso e ha avuto successo nell’allentare le tensioni. Questo tipo di operazione riflette il sostegno del Regno Unito e della Germania al nesso, in quanto affermano che dobbiamo affrontare sia i bisogni delle persone che le cause delle crisi.

Tuttavia, in Mali ci sono invece stati problemi, sono emerse linee sfocate tra aiuti e conflitto, poiché gli attori armati coinvolti nel conflitto stavano anche realizzando progetti, in violazione del principio di neutralità. L’ONU era in grado di lavorare solo in aree controllate dal governo, che non rientravano nel protocollo di neutralità standard, e quindi gli aiuti non erano accessibili a tutto il Paese.

Considerazioni finali

I contesti dell’aiuto umanitario, dello sviluppo e della costruzione della pace sono cambiati drasticamente negli ultimi anni ed è difficile vedere soluzioni chiare per quanto riguarda il dilemma del nesso. La cosa più importante, indipendentemente dal contesto o dall’impostazione, è che gli attori agiscano con modalità e principi incentrati sull’uomo in nome del supporto.

Se sei interessato al lavoro di MOAS e dei nostri partner, seguici sui social media, iscriviti alla nostra newsletter e condividi i nostri contenuti. Puoi anche contattarci in qualsiasi momento tramite [email protected]. Se vuoi supportare le nostre operazioni, ti preghiamo di dare ciò che puoi su www.moas.eu/donate/

LA NESWLETTER DI MOAS

Ricevi gli aggiornamenti di MAOS direttamente nella tua casella email