Corno d’Africa: Siccità e alluvioni in Somalia e l’operazione di MOAS #MISSIONOFHOPE

Il Corno d’Africa è una delle aree più vulnerabili del mondo: la regione include Djibouti, Etiopia, Kenya, Somalia, Sud Sudan, Sudan, e Uganda – tra i più importanti Paesi di origine per profughi e richiedenti asilo. Gli equilibri in questa area sono particolarmente instabili a causa di conflitti prolungati, presenza di organizzazioni terroristiche, cattiva amministrazione, mancanza di servizi pubblici. Inoltre, il cambiamento climatico ha esacerbato la situazione negli ultimi anni.

 

Panoramica della Regione

Il Corno d’Africa stato è colpito dalla peggiore siccità degli ultimi 70 anni. La stagione delle piogge manca per la sesta volta, e persino quando piove vengono causati danni: il terreno è troppo arido e non è capace di drenare l’acqua, cosí la pioggia  causa inondazioni dagli esiti disastrosi. Le condizioni climatiche estreme si ripercuotono non solo sull’ambiente, ma anche sulle persone, sull’agricoltura e sul bestiame. Secondo i dati raccolti da UNHCR, il numero di profughi nel Corno d’Africa è costantemente in crescita dal 2019: nel 2022 è stato stimato a 11,7 milioni di persone.

Si tratta di una catastrofe umanitaria che causa effetti collaterali quali l’aumento delle lotte per l’accesso alle risorse, abbandono scolastico, aumento della violenza di genere e infine il collasso economico e sociale dell’intera regione.

Ancora una volta, la crisi idrica e alimentare ha avuto un impatto maggiore sulle donne, in quanto la violenza di genere è aumentata nelle aree più colpite. Le donne si ritrovano nella situazione di non ricevere acqua a sufficienza per il delicato periodo post-partum, il che causa problemi di igiene e aumenta il rischio di mortalità sia per i neonati che per le puerpere. Inoltre, a causa di questa situazione così difficile, le giovani donne vengono talvolta offerte in matrimonio in cambio di cibo o acqua.

 

La situazione in Somalia

Dopo il mancato arrivo di sei stagioni della pioggia consecutive, che ha causato una catastrofica siccità nella regione del Corno d’Africa, a situazione sta peggiorando a causa di intense precipitazioni. Anche se può sembrare strano, siccità e alluvioni sono strettamente correlate. Infatti, quando si verifica una mancanza di pioggia, il terreno diventa secco e arido e questo fa sí che la sua capacità di drenaggio diminuisca. Di conseguenza quando inizia a piovere – specialmente se piove molto forte e a lungo – dopo la siccità si verificano alluvioni. Questo è proprio quello che è successo in Somalia. Gli allagamenti hanno devastato molte regioni della Somalia, in particolare nel distretto di Belet Weyne nello stato di Hirshabelle e nel distretto di Baardheere nello Stato di Jubaland, causando vittime e distruzione.

Circa il 90% del territorio della Somalia e 7.8 milioni di persone sono stati colpiti da questi disastri. Le piogge torrenziali hanno distrutto abitazioni, latrine, fattorie; hanno spazzato via il bestiame e causato la chiusura temporanea delle scuole. Una stima iniziale indica che almeno 40,470 persone sono state affette dalle alluvioni, di cui circa 219,000 sono rimaste sfollate dalle loro case e 22 persone hanno perso la vita nei 17 distretti colpiti da metà marzo. La siccità, seguita dall’alluvione, ha avuto altre gravi implicazioni come l’aumento dei costi. Nel distretto di Beletweyne, per esempio, il prezzo di mezzo litro di latte è raddoppiato da 1 a 2 dollari statunitensi, il prezzo di 50 kg di riso è aumentato da 28 a 34 dollari statunitensi. È stato, inoltre, osservato che gli sfollati interni, per far fronte a questi rincari, hanno iniziato a chiedere prestiti nei negozi e supporto dalle loro famiglie, oppure saltano i pasti o elemosinano cibo.

La malnutrizione infantile è in aumento, con 1,8 milioni i bambini sotto i cinque anni a rischio di malnutrizione, ossia il  54,4% della popolazione del Paese. La malnutrizione, inoltre, porta ad un elevato rischio di contrarre polmonite, diarrea acuta, infezioni al sistema respiratorio, anemia, malattie della pelle e morbillo; ma gli ospedali in Somalia non sono attualmente in grado di far fronte alle esigenze della popolazione. Inoltre, la crescente inflazione a livello globale e la carenza di grano causata dal conflitto in Ucraina, hanno influito sulle capacità della Somalia – e dell’intero Corno d’Africa – di importare cibo, rendendo la situazione ancora più drammatica.

Le persone stanno fuggendo dal Paese a causa di queste terribili circostanze. Secondo l’UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, e il NRC (Consiglio norvegese per i rifugiati), tra il 1° gennaio e il 10 maggio 2023, più di 408.000 persone sono state costrette a fuggire a causa delle inondazioni e 312.000 a causa delle ripercussioni della siccità.

 

L’operazione di MOAS in Somalia – MISSION OF HOPE

Cibo, riparo e protezione sono i bisogni più urgenti della popolazione somala: circa 6,7 milioni di persone stanno combattendo per soddisfare i propri bisogni primari. MOAS  nel 2020 ha lanciato la #MissionOfHope per portare cibo terapeutico alla popolazione somala, in risposta alla forte domanda di aiuti umanitari.

Inviamo regolarmente Plumpy Sup T, un alimento terapeutico pronto all’uso e appositamente formulato per trattare la malnutrizione acuta moderata (MAM) nei bambini a partire dai sei mesi di età, in collaborazione con Edesia, con cui MOAS ha lavorato anche in passato per coordinare le consegne di aiuti nutrizionali alle comunità in crisi. Il nostro partner locale, International Medical Corps Somalia, distribuisce questi aiuti nutrizionali ai bambini di età compresa tra i 6 e i 59 mesi.

La terapia dura in genere da dodici a sedici settimane e ogni bambino riceve una bustina di Plumpy’ SupTM al giorno. Dato che un bimbo somalo su sette di età inferiore ai cinque anni è gravemente malnutrito, spedizioni come questa sono fondamentali per combattere la malnutrizione e ridurre il tasso di mortalità dei neonati nel Paese.

Con una donazione potete contribuire all’acquisto e alla consegna di questi così importante per la popolazione della Somalia

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