Combattere il fuoco con competenza: MOAS prende parte ad un nuovo progetto per prevenire gli incendi nei campi profughi Rohingya in Bangladesh

Eravamo in casa quando è scoppiato l’incendio, ho cercato di vestire i miei figli e siamo corsi fuori il più presto possibile. Le fiamme sono state velocissime e in pochi secondi hanno avvolto tutto, c’era anche molto fumo. Purtroppo Kabir, uno dei miei figli, non era in casa in quel momento, era fuori a giocare, ed è rimasto vittima dell’incendio. Quando lo abbiamo ritrovato, il suo corpo era ridotto in cenere. Purtroppo, anche altre famiglie di questo campo hanno vissuto questa terribile tragedia e perso i loro figli a causa di questo devastante incendio. – Shahid

Bangladesh, 15 giugno 2021.  Le misure di sicurezza antincendio nei campi profughi Rohingya a Cox’s Bazar, in Bangladesh, saranno potenziate grazie a un nuovo progetto che coinvolge gli esperti del MOAS e il loro partner Helvetas, con il sostegno del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (WFP).

In aprile e maggio è stato condotto un progetto pilota con il supporto dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID) e del WFP per identificare e verificare prototipi efficaci per poter intervenire rapidamente in caso di incendio. Attraverso questo nuovo progetto, ritenuto il primo del suo genere, gli esperti tecnici del MOAS cercheranno di trovare soluzioni innovative per affrontare i pericoli letali causati dagli incendi nei campi sovraffollati, dove vivono oltre 860.000 rifugiati Rohingya fuggiti da violenze e persecuzioni in Myanmar.

Il nuovo progetto, sostenuto dal WFP, affronterà in particolare due aree di interesse:

  1. Sicurezza dei vigili del fuoco – include comando e controllo, valutazioni dinamiche del rischio, comportamento antincendio, processo decisionale tattico, strategie antincendio difensive, tecniche antincendio offensive.
  2. Interventi di emergenza – riguarda l’uso efficace delle attrezzature antincendio più appropriate.

La necessità di contrastare gli incendi in modo sicuro ed efficace nei campi non potrebbe essere più urgente. Tra maggio 2018 e febbraio 2021 nei campi profughi di Cox’s Bazar si sono verificati 172 eventi correlati agli incendi, sette solo nei primi mesi di quest’anno, con risultati devastanti: decine di migliaia di persone sono rimaste senza dimora, le fiamme hanno distrutto migliaia di rifugi e strutture di supporto come cliniche sanitarie, punti di distribuzione e scuole. A gennaio 2021 oltre 550 rifugi sono andati perduti nell’incendio scoppiato nel campo profughi di Nayapara, e 3.500 persone sono state trasferite altrove in attesa della ricostruzione.

In seguito, a marzo, un incendio enorme ha causato 15 vittime, oltre 500 feriti e distrutto circa 10.000 rifugi, lasciando senza casa almeno 45.000 rifugiati. Per molti dei Rohingya che avevano perso le loro case durante gli attacchi incendiari ai loro villaggi in Myanmar, questa seconda devastazione causata dal fuoco ha causato traumi pesanti.

“Abbiamo visto in prima persona i danni devastanti causati dal fuoco nei campi profughi qui e altrove”, dichiara un portavoce del team logistico e operativo del MOAS. “I problemi nell’attuazione di misure antincendio efficaci in un ambiente del genere sono considerevoli, ma è fondamentale trovare soluzioni per la sicurezza dei rifugiati e garantire che le persone che hanno già perso così tanto, non perdano i pochi averi che gli restano negli incendi. ”

Gli esperti di MOAS lavorano in tutto il mondo per portare aiuti di emergenza in contesti di crisi. Dal 2019 l’organizzazione umanitaria fornisce supporto tecnico per la realizzazione di corsi sulla sicurezza in acqua a centinaia di rifugiati Rohingya, alla comunità ospitante e ai pescatori nell’area di Cox’s Bazar, allo scopo di mitigare il rischio di annegamento, una delle principali cause di morte nell’area.

I campi di Cox’s Bazar, come molti altri insediamenti per sfollati, sono costituiti da fragili rifugi fatti di tela cerata, senza nessun distanziamento, il che rende estremamente facile la propagazione del fuoco, in particolare durante la stagione calda e secca.

Il manuale Sphere Handbook sugli standard umanitari, utilizzato a livello internazionale, rileva nella sua sezione sui ricoveri e sugli insediamenti che gli interventi di accoglienza dovrebbero essere “ben pianificati e contribuire alla sicurezza e al benessere delle persone colpite e promuovere il loro recupero”. Tuttavia, gli esperti hanno affermato che nel libro non esistono linee guida per la lotta agli incendi.

Le autorità per gli interventi antincendio del Bangladesh sono responsabili della lotta ai grandi incendi, mentre le Nazioni Unite e altre organizzazioni umanitarie hanno realizzato punti di sicurezza antincendio in tutti i campi mediante l’uso di secchi di sabbia e hanno fornito ai volontari una formazione di base sulla sicurezza antincendio. Tuttavia, la posizione spesso remota dei campi e la presenza di passaggi estremamente stretti possono rallentare e rendere difficile l’accesso alle autopompe e alle attrezzature antincendio più grandi. Se i secchi di sabbia possono essere utili per estinguere incendi più piccoli, i sistemi attuali non riescono a domare quelli di grandi dimensioni. Questo nuovo Progetto mira a individuare soluzioni sicure ed efficaci che supporteranno i rifugiati nell’estinzione degli incendi anche prima dell’arrivo dei vigili del fuoco.

MOAS auspica che le soluzioni identificate nei campi di Cox’s Bazar possano contribuire alle iniziative antincendio anche nei campi profughi di tutto il mondo.

La direttrice del MOAS, Regina Catrambone, ha ringraziato il WFP per il loro sostegno. “MOAS è stata fondata con l’obiettivo di salvare i rifugiati dall’annegamento nel Mediterraneo e oggi è specializzata nel fornire interventi d’emergenza e soluzioni innovative per assistere le persone migranti in tutto il mondo. Grazie al sostegno del WFP e alla dedizione e all’impegno del nostro partner esecutivo Helvetas, ora possiamo lavorare per aiutare le autorità antincendio del Bangladesh e i rifugiati a ridurre il terribile rischio di incendi nei campi di Cox’s Bazar”.

Sheila Grudem, coordinatrice senior per le emergenze del WFP, ha dichiarato:

“L’incendio di marzo ci ha offerto un devastante monito in merito alla fragilità dei campi profughi Rohingya. Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite è la più grande organizzazione umanitaria che salva vite in tutto il mondo. Siamo orgogliosi di supportare progetti innovativi in grado di prevenire i disastri e rispondere con prontezza in caso di emergenze”.

Barbara Dietrich, coordinatore regionale Bangladesh, Laos e Myanmar di Helvetas, ha aggiunto: “Helvetas opera nella cooperazione allo sviluppo e nella risposta umanitaria in tutto il mondo e sta lavorando con MOAS in Bangladesh. Grazie alla professionalità di MOAS e al loro supporto tecnico, Helvetas può così contribuire a salvare vite umane”.

CONTATTI PER LA STAMPA:

Francesca Pierpaoli
PR & Communications Officer
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Informazioni su MOAS

MOAS è un’organizzazione umanitaria internazionale fondata nel 2013 dalla famiglia Catrambone in risposta al fenomeno migratorio nel Mediterraneo, che oggi si dedica a fornire aiuto e assistenza alle comunità più vulnerabili del mondo. Dopo diverse missioni SAR nel Mediterraneo, nell’Egeo e nel Mare delle Andamane, MOAS ha espanso le sue operazioni in Bangladesh, per aiutare i rifugiati Rohingya in fuga dalle violenze subite in Myanmar e la comunità ospitante del Paese. Oggi MOAS è impegnato anche in Yemen e in Somalia fornendo aiuti nutrizionali e medici alle comunità più vulnerabili. MOAS opera anche a Malta, con diversi progetti per assistere le comunità dei migranti. La campagna #VieSicureELegali chiede ai governi e alle istituzioni internazionali di implementare il sistema – sicuro e legale – dei canali alternativi di migrazione previsti dalle leggi ma ancora poco utilizzati per consentire alle persone più vulnerabili di raggiungere in sicurezza i paesi di destinazione. Come ONG indipendente e apolitica, MOAS è stata fondata e continua ad operare sulla base dei principi di umanità, imparzialità e neutralità. MOAS è membro consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) e fa parte del Comitato Editoriale di Vita.it. È inoltre membro del Malta Refugee Council.

Informazioni: www.moas.eu

 

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