Aggiornamento sul Mediterraneo

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Un numero crescente di rifugiati e persone migranti sta affrontando respingimenti nel Mediterraneo: nell’ultimo mese un numero record è stato recuperato in mare e riportato in Libia, con oltre 1.000 persone consegnate alle autorità libiche durante 5 diverse operazioni in un giorno. È ormai accertato da tempo che le persone migranti e i rifugiati sbarcati in Libia spesso vivono in condizioni spaventose e finiscono in luoghi in cui subiscono abusi ed estorsioni. Alcuni individui sono scomparsi e molti altri sono dispersi, ed è molto probabile che alcuni siano stati incanalati nelle reti del traffico di esseri umani. Secondo un attivista libico che lavora con l’organizzazione Belaady per i diritti umani, la violenza sessuale e lo sfruttamento sono endemici in diversi centri di detenzione libici. Nonostante ciò, respingimenti arbitrari e detenzioni continuano ad essere all’ordine del giorno: la guardia costiera libica ha infatti rimpatriato più di 13.000 persone quest’anno, un numero che supera di gran lunga il numero di individui intercettati, soccorsi e sbarcati durante tutto il 2020. Durante lo sbarco ci sono molte tensioni: la scorsa settimana erano 86 le persone migranti soccorse dalla nave Nadir, uno di loro era incosciente e una donna era incinta. L’ONG ha rifiutato di consegnarli alla guardia costiera libica e successivamente sono stati trasferiti su una motovedetta italiana che li ha portati in Italia.

La Guardia Costiera libica riceve un continuo supporto finanziario e tecnico da entità esterne: solamente da fine marzo a fine giugno 2021 questa ha ricevuto 5,8 milioni di euro dal fondo fiduciario dell’UE, canalizzato attraverso le autorità italiane.
Questa settimana, la Guardia Costiera libica è stata ripresa dalla telecamera di un gruppo di soccorso in mare mentre sparava contro un’imbarcazione affollata che trasportava persone migranti all’interno della zona SAR maltese, rischiando pericolosamente di schiantarsi contro la barca diverse volte. Questo evidente atto di intimidazione ed aggressione è stato condannato della comunità internazionale delle ONG.

Dall’inizio del 2021, sono morte o scomparse attraversando il Mar Mediterraneo 866 persone, una media di quasi 5 persone al giorno (dati al 1 luglio). La perdita di vite umane nel tentare la traversata è aumentata del 190% nel 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020. Tuttavia, la capacità dell’OIM-Organizzazione Mondiale per le Migrazioni di monitorare i decessi in mare nel Mediterraneo è ridotta a causa delle restrizioni imposte alle navi di ricerca e soccorso, quindi è probabile che il numero dei decessi sia molto più alto di quanto stimato.

Un maggior controllo alle frontiere
Mentre le ONG e i gruppi di attivisti continuano a sostenere l’implementazione di vie sicure e legali come misure e percorsi regolarizzati che possano garantire un passaggio sicuro per le persone che necessitano di protezione internazionale, l’Unione Europea sembra concentrarsi sul rafforzamento della sicurezza e della sorveglianza dei confini. L’Unione Europea sta finanziando ed implementando barriere digitali per rafforzare la sorveglianza utilizzando l’intelligenza artificiale, inclusi schemi pilota che usano macchine della verità e robot che fanno interviste virtuali in dotazione alle guardie di frontiera. Questi strumenti fondamentalmente disumanizzano il processo di migrazione. Un nuovo muro di acciaio funge da blocco tra la Turchia e la Grecia, e la polizia di frontiera greca sta attualmente testando l’uso di un “cannone sonoro” che emette suoni assordanti a lungo raggio oltre il confine. Queste misure riflettono uno spostamento del pendolo verso destra, dato che i finanziamenti vengono incanalati in misure di sicurezza restrittive che criminalizzano coloro che tentano gli attraversamenti. Ci sono proposte per implementare un coprifuoco alle 21:00 nei campi profughi delle isole greche, e sistemi di sorveglianza avanzati saranno probabilmente operativi in 39 campi nella regione. Mentre tali misure vengono avanzate dall’Unione europea, una campagna congiunta promossa da diverse ONG ha evidenziato le “pratiche illegali e disumane” già intraprese dall’agenzia di frontiera dell’UE-Frontex, che stanno costringendo le persone a intraprendere rotte migratorie pericolose su “navi non idonee alla navigazione”. Inoltre, un’analisi delle azioni di Frontex da parte di Human Rights Watch, mostra una diffusa incapacità di indagare in modo valido o mitigare gli abusi contro migranti e richiedenti asilo alle frontiere esterne dell’Unione, anche quando vi sono state prove concrete di violazioni dei diritti umani.

Vie sicure e legali
Quando siamo sommersi da costanti aggiornamenti sul numero di vite perse in mare, tali notizie possono infondere un senso di apatia tra i lettori: i numeri sono difficili da elaborare e le identità di coloro che compiono traversate così pericolose possono perdersi all’interno della narrativa generale degli articoli. È imperativo continuare a sostenere percorsi alternativi di migrazione e aumentare la consapevolezza sull’importanza e sulla necessità di #VieSicureELegali per la migrazione in modo che le persone non debbano rischiare la vita per raggiungere la sicurezza. Per maggiori informazioni sul significato di vie sicure e legali, e su possibili metodi di implementazione, leggi questo blog.

Considerazioni finali
Ogni vita è importante, ogni identità è unica e ogni numero è un essere umano. Le notizie sensazionaliste possono provocare un senso generale di stanchezza poiché ci sentiamo incapaci di contribuire a cambiare la storia e gli esiti. Unendoti alla nostra campagna, puoi aiutarci a raccontare un diverso tipo di storia in cui ogni vita è valutata mentre pretendiamo vie sicure e legali. Per ulteriori informazioni sulla campagna MOAS e per firmare il nostro appello visita il sito https://www.moas.eu/it/viesicureelegali/

 

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