Accoglienza in Famiglia, un progetto pilota di integrazione e solidarietà a Malta

MOAS ha di recente lanciato il progetto Accoglienza in Famiglia, un’iniziativa innovativa grazie alla quale le famiglie residenti a Malta possono accogliere le persone migranti nelle proprie abitazioni.

Il progetto pilota è stato avviato da MOAS per sopperire alle difficoltà che incontrano rifugiati e richiedenti asilo a Malta nel trovare un alloggio e nel percorso di integrazione. I centri governativi di accoglienza hanno una capacità limitata e ai loro ospiti è consentito soggiornarvi solo per un anno. Trascorso questo tempo, gli ex residenti si trovano spesso ad affrontare un mercato degli affitti difficile e restrittivo, con scarso sostegno alla stabilità finanziaria e poca assistenza per favorire l’integrazione. Questo, sommato alla xenofobia crescente, rappresenta un ostacolo soprattutto per coloro che desiderano studiare, migliorare la propria istruzione, e non hanno accesso ad un sostegno finanziario ed abitativo adeguato.

Dall’altro lato, diversi residenti maltesi hanno espresso il desiderio di offrire il loro sostegno ai rifugiati attraverso attività come sponsorizzazioni private e soluzioni abitative. Il progetto Accoglienza in Famiglia nasce proprio per congiungere queste realtà, che altrimenti non si incontrerebbero facilmente. In tale contesto, MOAS fornisce assistenza e tutoraggio alle famiglie interessate e ai partecipanti al progetto di accoglienza familiare. Nell’ideare questa iniziativa, MOAS ha tratto ispirazione da progetti simili che sono stati lanciati in Paesi come l’Italia e il Regno Unito, come ad esempio “Rifugiato a casa mia” della Caritas italiana.

Il progetto è attualmente nella sua fase pilota: una giovane famiglia della Valletta, con due bambini, ospita da alcuni mesi Samuel, un richiedente asilo di 21 anni proveniente dal Sud Sudan. Il ragazzo vive in casa come un membro della famiglia a tutti gli effetti, ricevendo vitto e alloggio, e in questo modo ha la possibilità di impegnarsi nello studio per realizzare il suo sogno di diventare medico ed avere un futuro migliore. In cambio dell’ospitalità, Samuel aiuta la famiglia nelle incombenze quotidiane e collabora come volontario con MOAS per i progetti sull’isola. In tale contesto, MOAS conduce regolari incontri di monitoraggio sia con la famiglia ospitante che con Samuel, per fornire supporto, guida e mediazione secondo necessità e valutare come procede il progetto.

Regina Catrambone, co-founder e direttrice di MOAS, afferma:Con questo progetto MOAS vuole facilitare l’integrazione e l’inclusione a lungo termine e sostenere lo sviluppo e l’indipendenza delle persone migranti all’interno della comunità locale. Accogliere una persona rifugiata in casa è la strada giusta verso una società più aperta ed inclusiva, un modo per superare pregiudizi e diffidenza. L’accoglienza in famiglia, per le persone migranti, è un passo importante nel percorso verso l’autonomia, perché le aiuta a sentirsi parte di una comunità e ad investire in un progetto di vita a lungo termine. Dall’incontro tra due mondi spesso lontani nasce sempre un arricchimento, sia dal punto di vista umano che culturale”.

 

 

Intervista a Samuel

Abbiamo parlato con Samuel, l’attuale partecipante al progetto pilota, per discutere della sua esperienza:

Com’è la tua vita a Malta in questo momento? Come sei stato coinvolto nel progetto?

La mia vita qui a Malta è abbastanza buona. Sono molto felice con questa famiglia. Prima di andare a vivere con loro tutto era complicato, soprattutto perché ero privo di sostegno. Non avevo un lavoro e dipendevo dai sussidi che l’AWAS (l’ente governativo per il welfare dei richiedenti asilo, ndr) dà ai migranti, e quando sono cessati la situazione è diventata davvero dura, non potevo permettermi nemmeno acqua da bere. Stavo cercando un lavoro e pensavo di dover lasciare il college. Poi un giorno ho rilasciato un’intervista al Times of Malta, che la famiglia e il direttore del MOAS hanno letto. Successivamente, abbiamo iniziato a comunicare insieme e la famiglia mi ha offerto sostegno ed ospitalità grazie alla mediazione di MOAS.

Com’è la vita in famiglia adesso?

La mia vita oggi è così diversa da quella di un anno fa. Le cose vanno alla grande. Ricevo tutto ciò di cui ho bisogno. La famiglia è davvero buona, mi sostiene e mi aiuta. Sono brave persone. Mi rispettano e io li rispetto molto.

Quali sono le tue responsabilità in casa?

Faccio spesso il bucato. Mi occupo dei bambini come un fratello maggiore. Mi piace farlo perché ho bisogno di esperienza e voglio imparare cose nuove. La prossima cosa che voglio fare è imparare a cucinare.

Come vanno gli studi?

I miei studi stanno andando bene, all’MCAST ci sono ottimi insegnanti. Mi piace andarci perché è pieno di giovani da incontrare. La mia materia preferita è biologia, la trovo davvero interessante.

Quali sono le tue speranze per il futuro?

Voglio continuare a studiare e sogno di diventare un medico. Se non dovessi riuscirci, vorrei comunque lavorare in campo medico o in un settore che aiuta le persone. Il mio obiettivo principale è l’istruzione. Se non studio, la mia vita non cambierà. Voglio trasformare la mia vita in qualcosa di buono, positivo. In futuro, se avrò una famiglia e dei figli, non voglio che passino quello che ho passato io.

 

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