A quattro anni dal primo salvataggio in mare, MOAS chiede soluzioni sostenibili per la crisi nel Mediterraneo

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Sabato 30 agosto 2014, l’organizzazione umanitaria Migrant Offshore Aid Station portava a termine il primo salvataggio nel Mar Mediterraneo. Dopo due settimane, il nostro equipaggio aveva già salvato e assistito oltre 1.500 persone, coordinandosi con la missione italiana Mare Nostrum.

Quattro anni dopo, ci soffermiamo a riflettere sulla crisi umanitaria in mare.

La settimana scorsa abbiamo festeggiato il quarto anniversario dal lancio della prima missione MOAS. Il 25 agosto 2014, la M/Y Phoenix salpava dal porto di Valletta, Malta, per dirigersi verso la zona di Ricerca e Soccorso. Cinque giorni dopo, il nostro equipaggio – formato da professionisti nel settore marittimo, medico e umanitario – portava a termine il primo salvataggio mai intrapreso da un’organizzazione gestita dalla società civile.

La M/Y Phoenix, un peschereccio canadese di 40 metri riadattato per svolgere le funzioni di Ricerca e Soccorso, si avvaleva di due droni per monitorare l’area circostante e fornire informazioni in tempo reale a MOAS e ai Centri per il Coordinamento del Soccorso Marittimo.

Queste le parole della co-fondatrice e direttrice MOAS, Regina Catrambone, in occasione del lancio della missione: “Non è stato facile realizzare questo progetto. Sono cambiate molte cose da quando è nata l’idea l’anno scorso. Mare Nostrum ha avuto grande successo, ma purtroppo il suo futuro è incerto. Nel frattempo, sono sempre di più le persone sfollate da Siria, Iraq e Gaza. Ci sono imbarcazioni che arrivano senza alcun controllo sulle coste italiane, con molti minori non accompagnati a bordo. L’epidemia di Ebola ha ulteriormente complicato le cose. A fronte di tutto ciò, MOAS ha seguito un unico principio: nessuno merita di morire in mare”.

Fra il 2014 e il 2017, i team MOAS a bordo della M/Y Phoenix – e, in seguito, della Topaz Responder – hanno tratto in salvo oltre 40.000 esseri umani nel Mediterraneo Centrale ed Egeo. Nell’agosto 2017, tuttavia, abbiamo deciso di sospendere le operazioni in mare perché non volevamo diventar parte di un meccanismo volto solamente a respingere le persone dalle coste europee. Nei seguenti 12 mesi, abbiamo osservato con sgomento la crescente ostilità nei confronti di migranti e rifugiati in molte parti d’Europa e i tentativi di criminalizzare le ONG di Ricerca e Soccorso, oltre a una maggiore mortalità lungo la rotta del Mediterraneo Centrale e le costanti minacce alla sicurezza e all’incolumità di chi salva vite in mare.

Oggi, la Direttrice MOAS afferma: “Quattro anni fa, MOAS ha condotto il primo salvataggio nel Mediterraneo. Motivati dalle parole di papa Francesco contro la globalizzazione dell’indifferenza, abbiamo salvato oltre 40.000 persone che avrebbero potuto perdere la vita lungo le rotte del Mediterraneo Centrale e dell’Egeo. Dallo scorso settembre, lavoriamo in Bangladesh per garantire assistenza medica ai Rohingya e alle comunità bengalesi che li ospitano. Tuttavia, siamo estremamente preoccupati per l’incapacità dimostrata dall’Europa di trovare soluzioni umane e continuiamo a monitorare il numero sempre più alto di morti in mare. Chiediamo che si adottino al più presto soluzioni fondate sui principi di umanità e solidarietà per tutelare chi è in cerca di pace”.

MOAS esprime tutta la propria solidarietà alle organizzazioni impegnate a salvare vite nel Mar Mediterraneo e ad alleviare la sofferenza dei migranti e dei rifugiati a livello mondiale. Chiediamo che la dimensione umanitaria della crisi nel Mediterraneo –  spesso adombrata da querelle politiche – torni ad essere prioritaria e auspichiamo soluzioni coordinate e a lungo termine per rispondere alle sfide derivanti dalla migrazione di massa.

Cos’è MOAS

MOAS è un’organizzazione internazionale impegnata a fornire aiuti e assistenza medica ai rifugiati e ai migranti di tutto il mondo.

Nell’agosto 2014, MOAS è stata la prima ONG a lanciare una missione di Ricerca e Soccorso nel Mar Mediterraneo. A settembre 2017, MOAS si è spostata in Bangladesh per aiutare i rifugiati Rohingya. Da allora abbiamo aperto due centri di assistenza medica primaria, detti Aid Station, e prestato assistenza sanitaria a circa 70.000 persone.

Vista la situazione disperata sul campo e la stagione monsonica che minaccia di distruggere campi ed insediamenti informali, MOAS ha estremamente bisogno del tuo sostegno. Aiutaci ad essere un’ancora di salvezza per chi vive in aree di crisi: fai una donazione su www.moas.eu/donate.

Contattaci

Giulia Cirillo: [email protected], 0039 388 6594526

Gordon Watson: [email protected], 0044 7779 392391

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