MOAS nel Mare delle Andamane

Nel 2015/2016 e nel 2018 MOAS ha intrapreso due missioni nel Mare delle Andamane, per monitorare la rotta lungo la quale migliaia di Rohingya stavano tentando di fuggire dal Myanmar

MOAS è stata in grado di espandere le relazioni diplomatiche nel sud-est asiatico, lavorando a stretto contatto con le parti interessate per stabilire una rete vitale di condivisione delle informazioni per la difesa della SAR regionale.

Nessuno dovrebbe rischiare la propria vita in cerca di salvezza.

Da ottobre 2015 a maggio 2016, la M/Y Phoenix è stata impiegata per monitorare la rotta delle Andamane, attraversata da migliaia di Rohingya in fuga dal Myanmar per raggiungere la Malesia e trovare migliori condizioni di vita.

I rifugiati Rohingya viaggiavano 1.500 miglia nautiche verso sud in cerca di condizioni sicure e di un lavoro. Molti erano stati imbarcati da trafficanti di esseri umani e detenuti per ottenere un riscatto. In alcuni casi, una volta raggiunta la terraferma, erano stati nuovamente imprigionati fino a quando le famiglie non pagavano per ottenere la loro libertà. Questa rotta ha generato numerose vittime a causa delle pericolose condizioni della traversata e degli insensati omicidi avvenuti sia in mare che sulla terraferma.

Durante la prima missione nel Mare delle Andamane, MOAS è stata in grado di espandere le relazioni diplomatiche nel sud-est asiatico, lavorando a stretto contatto con partner in Bangladesh, Myanmar, Malesia, Tailandia, India e Indonesia per stabilire un’indispensabile rete di condivisione delle informazioni relative alla difesa dell’area SAR della regione. La nostra organizzazione partner, Xchange, ha condotto un’indagine su 1.000 persone Rohingya per comprendere quale fosse la percezione del fenomeno migratorio all’interno della regione: qui il report completo.

A seguito dell’escalation di violenze perpetrate sui Rohingya nell’estate del 2017, MOAS ha impiegato per la seconda volta la M/Y Phoenix nel Mare delle Andamane per condurre una missione di monitoraggio e osservazione per tutto il mese di Aprile del 2018.

Nel corso della missione sono state percorse oltre 2.674 miglia nautiche e cinque diverse aree SAR nazionali, incrementando la nostra conoscenza delle condizioni lungo questa rotta. In linea con il principio cardine MOAS secondo cui nessuno merita di morire in mare, il nostro team SAR si trovava a bordo per prestare assistenza in caso di emergenza.

MOAS continua a monitorare la situazione e a invitare la comunità internazionale a istituire con urgenza una missione marittima indipendente nel Mare delle Andamane, per salvaguardare i diritti umani dei disperati rifugiati Rohingya costretti a fuggire dall’oppressione violenta in Myanmar.

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